“Mi accingo a narrare alcuni episodi…”

Sollecitata più volte da una gentile persona di dare luce a un po’ del mio passato movimentato (tutto mio) senza compromettere terzi mi accingo a narrare alcuni episodi accadutimi, strettamente autobiografici.

Ringrazio innanzi tutto il destino che mi offrì tutto ciò che, ancora adolescente, desideravo e sognavo: viaggiare, conoscere il mondo, frequentare diversa gente, affrontare sempre nuove esperienze. Come, infatti, avvenne al di là della nostra frontiera…

Certo la vita dell’emigrante non è facile in principio, ma è bella per chi la sa ben coltivare, è istruttiva, ricca di tante avventure, come lo è stata per me specialmente a Parigi, con sorprese belle e a volte un po’ meno. Insomma tutto formò la mia vita fatta da tante piccole storie.

Lavoravo come tessitrice nello stabilimento allora denominato Visconti Maino, oggi Cotonificio Alta Italia, intorno al 1936 ma la crisi ci dava, purtroppo, lavoro solamente qualche giorno alla settimana: vi era la guerra in Abissinia e in Spagna e l’industria non riusciva a smaltire i suoi prodotti. A casa mia regnava, come quasi dappertutto in Gattinara, la miseria, papà e mamma erano anziani e pensioni a quei tempi non ne esistevano.

Due dei miei fratelli maggiori, reduci della guerra 1914-1918, si erano sposati e quindi solo io con il mio fratello minore dovevamo provvedere ai genitori come pure a noi stessi. Fu così che decisi di rivolgermi ad una sorella sposata, a Parigi, affinché mi procurasse colà un lavoro.

Ricordo che il signor Direttore era scontento della mia decisione di lasciare lo stabilimento, visto che vi avevo lavorato per sedici anni consecutivi senza mancare mai un solo giorno.