Sposa per procura
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Mestieri
insegnante, ristoratriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Demetrio Bacchelli ha inviato tutte le carte necessarie, ha deciso il suo delegato e il giorno è stato fissato.
Il matrimonio per procura si celebrò il 31 gennaio 1953 di mattino alle ore 7.
Franco, l’amico delegato, avrebbe fatto da sposo e lei sarebbe andata per sempre in moglie al Bacchelli lontano.
Fu un matrimonio dei più strani. Franco l’aspettava a Bologna davanti alla chiesa della sua parrocchia. Lei arrivò col padre in motocicletta, da Pontecchio. Aveva un bel cappotto nuovo e teneva in mano il cappellino con la veletta: lo avrebbe messo entrando in chiesa!
Solo una delle sorelle, Carmela, assistette a quella “cerimonia”, perché abitava a Bologna. Le altre sorelle erano a casa con la mamma, o perché piccole o perché dovevano aprire il negozio.
Non c’era musica in quella chiesa, eppure lei aveva nelle orecchie tutti i violini, gli organi e tutte le campane del mondo. Vedeva fiori dappertutto mentre entrava in chiesa sottobraccio a Franco, e lei sembrava tanto piccina, vicino a quell’uomo alto, che la portava all’altare e che sostituiva il suo uomo lontano. Non c’erano invitati che guardassero la sposa, solo Marta, la moglie di Franco, da dientro una colonna spiava: “Ma possibile che mio marito debba sposarsi anche quella là?”
Era l’una dopo mezzanotte in Perù e lo sposo era seduto su un letto con la corona del rosario al collo, le lettere di lei sul comodino e una bottiglia di champagne con un solo bicchiere sul vassoio. Per lui il matrimonio era avvenuto il giorno che aveva spedito il documento- delega autorizzando l’amico fraterno a sostituirlo davanti al sacerdote.
Non c’erano fotografi al momento dello scambio degli anelli: solo gli occhi di Marta registravano tutto, perché non era facile per lei accettare che suo marito ripetesse gli stessi gesti con un’altra donna davanti a un prete.
A Carla sembrava invece una cosa meravigliosa e col pensiero era un po’ in chiesa e un po’ a sedere su quel letto là in quella casa di Lima.
– Lei, Bacchelli Demetrio, qui rappresentato da Rossi Franco, vuole prendere in moglie Carla Cenacchi qui presente?
– Sì.
– E lei, Carla Cenacchi, vuole prendere come marito Bacchelli Demetrio, qui rappresentato da Rossi Franco?
– Sì.
Finì la messa. La sposa fu abbracciata dai presenti ed insieme entrarono tutti nel bar vicino a bere il caffè e a mangiare un cornetto: non c’era altro tempo perché Franco doveva andare in ufficio, Marta a scuola, e i due testimoni, lo zio Vittorio, fratello del babbo, e Achille, il nipote, pure dovevano andare al lavoro, così come babbo Adelmo e la sorella Carmela.
La sposa rimase sola. Corse al fermo posta a ritirare una lettera che le era stata scritta giorni prima: serviva a tenerle compagnia, perché era la lettera di suo marito.
Il viaggio
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