“Con l’acquolina in bocca”
La testimonianza dell’anonimo cappellano militare, prigioniero a Poznan in un campo di concentramento nazista nel 1944, si conclude con un ricettario di cucina povera, con pietanze sognate in giorni di forzato digiuno. E con queste parole.
Finora ho scritto molte cose buone, sempre con l’acquolina in bocca e col lamento del mio stomaco… Ricette che magari dimenticherò, ritornato a casa. Per questo voglio finire con una ricetta che anche i miei conoscono, così potrà ricordargliela e gustarla con loro, in una qualche serata d’inverno più fortunata di queste. È il migliaccio. Si prendono due terzi di farina dolce e un terzo di farina bianca e si fanno disfare nel latte. Aggiungere ricotta o turno (formaggio di pochi giorni) e, in abbondanza, gerigli di noce, pinoli e olive in salamoia, tagliate a pezzetti dopo averle snocciolate.
Il viaggio
Gli altri racconti di Anonimo sacerdote
Confessioni e partitelle
PASQUA 9 aprile 1944. -Mi sono svegliato presto perchè i soldati mi attendono per confessarsi. È una...
LeggiI destinati
23 aprile 1944 Domenica. Al campo non c'è quasi nessuno: chi al bagno, e i più a...
Il padre e i due figli
3 maggio 1944 Spesso vengono da me soldati che mi chiedono di aiutarli a risparmiarsi qualche lavoro...
Ricette dalla prigionia
Polenta 1) Una ciotola di latte freddo non zuccherato, anzi con una punta di sale. Polenta caldissima,...