A bordo della Cristoforo Colombo

Il tempo per me si avvicinava alla mia partenza, fissato il mio viaggio con la Cristoforo Colombo, il 18 di gennaio del ’56. Tutti li di nuovo al porto di Napoli ad accompagnarmi. Mio patre non c’era più. Mio Zio Umberto era li in grande uniforme vestito da ufficiale. Mi venne vicino e mi disse: “sono in divisa per te per augurarti il buon viaggio” e poi disse, “Non si sa mai quando può servire la mia divisa”. Fu l’ultima volta che vidi Zio Umberto. Il suo ricordo mi è stato sempre caro. Mia zia era li che piangeva e diceva “Dio mio accompagnala tu. Dio mio accompagnala tu”. Era li mamma, triste, con le mie sorelle e i miei due fratelli, alcuni amici. Tutti erano tristi. Avvenne la separazione. Lasciavo la mia famiglia, la mia patria, la mia lingua. Mi allontanavo vedendo il veloce passato della mia vita. vedevo il nostro lungo tavolo dove ogni giorno eravamo riuniti per mangiare. Il pranzo domenicale che mia mamma preparava per noi tutte le domeniche con cosette buone. Vedevo che il nostro clubbo [club, Ndr] di famiglia di esauriva. Assente, camminavo con vaghi pensieri e ricordi. Andavo in una nuova terra.

Andavo però dal mio sposo che mi aspettava ardentemente. I miei pensieri furono presto interrotti per il documento. Entrai nella nave. Era bellissima, costruita in Italia. Il mio biglietto era la classe turistica dove erano quasi tutti Italo-Americani. Mimi volle che viaggiavo in una classe di lusso. Venne la sera dove fu servito un pranzo di lusso. Poi nel grande salone si ballava dove le donne Americane vestite elegante con abiti scintillanti. Ero li in mezzo a tanta gente, però da sola. Mi sembrava di trovarmi ai posti che avevo visto nei film Americani con Gregori Peck. Il mare era bello per il mese di Gennaio. Era cosi come aveva detto mio Patre.