Mariuccia Ragaù

“Sono nata a Isola d’Istria, una ridente cittadina che emerge dall’acqua azzurra del golfo di Trieste. Mio padre e i suoi cinque fratelli erano tutti pescatori e mia madre, invece, dedita a far crescere tre figli e a leggere. Ho avuto una prima infanzia serena e spensierata fino agli 11 anni, momento dell’esodo, della pulizia etnica degli italiani in Istria”. Si presenta con queste parole Mariuccia Ragaù, all’inizio della sua testimonianza, rievocando una pagina luttuosa di storia vissuta sulla propria pelle quando era bambina. “Sono vissuta alcuni anni nella promiscuità dei campi profughi di Trieste, con la visione quotidiana del mio paese d’origine che avrei potuto raggiungere a nuoto ma che mi era stato tolto per sempre”. La sua vita è stata costellati di sacrifici, per il lavoro e la famiglia, per il riscatto attraverso lo studio e la conoscenza, impreziosita da esperienze formative all’estero: “Sono stata in Inghilterra per lo studio dell’inglese prima della mia partenza per Nguviu, missione della diocesi di Trieste in Kenya”. Dal Kenya scrive lettere, raccontando ad amici e parenti a casa un’esperienza di fede e di lavoro, fra fatiche, momenti di difficoltà e di grandi soddisfazioni.