Avere e essere

Agli amici del C.M.D.

Nguviu, 23 marzo 1980

Carissimi tutti, ciao! Oggi è un anno che vi ho “sbandonato”. A pensarci mi sembra ancora impossibile come sia volato in fretta il tempo, anche se…so che per voi è stato sempre troppo tardi. Mettiamo da parte gli scherzi. Potrebbe essere tempo di verifica e riflessione, ma qua li fanno verificare ogni giorno. Riflettendo su me stessa potrei dire che vivo con gioia ogni incontro, ogni situazione, nella certezza che Cristo si manifesta agli altri anche attraverso me e quindi l’animazione più vera, profonda e duratura può farla solo Lui con la Sua proposta di liberazione. Per me è sufficiente dare il meglio di me stessa. Un’occhiata alla vita di comunità: possiamo solo ringraziare il Padre che ci aiuta ad essere così. E gli altri? Continuano ad essere un mistero, imprevedibili, anche se, piano piano, si possono mettere a fuoco alcune particolarità. Un aspetto della loro autentica povertà si concretizza nell’assenza di alcune parole chiave: responsabilità, autorità, coscienza, storia… Mancano le parole, i valori conseguenti, la possibilità di tradurli in pratica e quindi sia l’aspetto umano che quello spirituale, risultano impoveriti. Credo che i nostri Moembu, come gli altri del resto, stiano passando un momento particolare della loro storia; accolgono oggetti e valori secondo il consumismo: capanne e TV, moto, auto, ecc…; stanno coniugando il verbo AVERE come valore, dimenticando l’importanza dell’ESSERE che, solo, potrebbe portarli alla loro autentica dimensione umana. Anche l’istruzione scolastica è ridotta a questo: “io ho il certificato di form 4 (certificato parificato alla nostra “matura”) e quindi devo avere maggior stipendio, maggior prestigio, se sono ragazza devono pagare, per il matrimonio, a mio padre di più…”. …Ora vi saluto caramente e vi invio auguri di speranza per risorgere con Lui nella Pasqua che viene. Un abbraccio per ciascuno e insieme.

Mariuccia