Visita al forte di Macallè

22-12-35

Durante questi due giorni il fronte è stato tranquillo. Per servizio, sono tornato – in Moto – al Campo di Aviazione, ove ho incontrato un amico – Sergente Pilota – conosciuto a Lucca durante il periodo che frequentavo la Scuola Allievi Ufficiali; Abbiamo fatto delle fotografie accanto al suo apparecchio da caccia «CR30». Sul Campo, ho visto anche il trimotore «CAIO1» a disposizione di S. E. Pietro Badoglio; l’apparecchio viene pilotato anche da suo figlio, S. Ten. Pilota. Ritornato per tempo all’accampamento, sono potuto uscire nuovamente e – con un collega – visitare il Forte di Makallè (o Forte Galliano). Fu in questo Forte che il Battaglione Comandato dal Maggiore d’Oro, prode organizzatore della difesa di Makallè contro un nemico prevalente di numero, venne successivamente fatto prigioniero ad Adua e trucidato dagli Abissini, membri delle enormi perdite sofferte davanti a quella Fortezza. Visto di qui, dal «Forte», il panorama è simile a quello che si vede dalla postazione del mio Gruppo, e da me descritto brevemente nelle mie note del giorno 12 u. 5.; ed è uno spettacolo veramente superbo, per la sua rude bellezza. La valle si estende nella direzione di Makallè che, si riesce a vedere interamente con le sue rare, primitive costruzioni in muratura, ma soprattutto per i «tucul» che sono le vere abitazioni degli Abissini. Si vedono anche degli abitanti muoversi e fermi in gruppo… ma riprometto di poter meglio vedere questa città dell’Etiopia, che conta circa 12000 abitanti, quando andrò a visitarla. Vediamo intanto l’interno del «Forte» dove, come detto, mi trovo con il Collega G.

Proprio nella parte più alta, in un piccolo spazio definito da pareti in pietra, quasi interamente diroccate, sono stati raccolti i miseri resti dei nostri soldati che qui combatterono e caddero nel 1896.