Mestieri
perito industrialeLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)I momenti di stanca della guerra d’Etiopia consentono a Liberto Micheloni di visitare alcune zone e città caratteristiche dell’Africa Orientale e di osservare le condizioni di vita della popolazione locale.
1 dicembre 35 — Domenica. Questo pomeriggio sono andato ad Axum, pochi km a Sud-Ovest di Adua, per accompagnare il Ten. Col. Comandante. Axum, antica città Santa e Capoluogo dell’Etiopia, ove avvenivano le incoronazioni Imperiali, conta circa 4000 abitanti. In macchina abbiamo traversato una magnifica vallata molto fertile; in alcuni tratti — vicino a verdi cespugli — abbiamo visto dei fiori molto belli dai colori vivacissimi. La strada è ancora molto dissestata e difficile transito, per cui bisogna procedere con molta cautela. Ad Axum, oggi 1 dicembre, vi è una grande Festa religiosa, e la folla presente in gran numero. La Chiesa-Copta è bellissima e la processione, molto lunga e simile alle nostre di religione cattolica, è per altro caratteristica. Vengono esposte molte croci in oro ed argento. Un graduato «Ascari» ci accompagna nella nostra visita; è intelligente e parla molto bene l’italiano. Per entrare in Chiesa, dobbiamo depositare le nostre Pistole, che consegniamo ad un Brigadiere dei carabinieri di servizio. Fotografiamo gruppi caratteristici e, fra le altre, una donna bellissima che si è fatta pregare non poco, prima di acconsentire di essere fotografata. Fuori della Chiesa una moltitudine di mendicanti, ci stordiscono con il loro grido compassionevole di: «Meschin… Meschin»… ripetuto in continuità. Fra di loro vi sono dei poveretti dall’aspetto impressionante; la «lebbra» ha trasformato quegli esseri in miseri corpi che, in continuo disfacimento, assumono aspetti veramente raccapriccianti. Uno di essi, a cavallo, avvolto in un mantello stracciato di colore marrone, con in testa un largo cappello nero abbassato sulla fronte, mostra al posto di un piede una massa informe che, avvolta in uno straccio legato alla gamba, poggia su una delle due staffe; la gamba stessa, seminuda, è scheletrica; due moncherini tengono le redini come meglio possono, al posto delle mani ormai inesistenti, la faccia come il naso senza più carne, le guance infossate, le labbra… scomparse… un teschio!! Solo due occhi sbarrati, fissi nello sguardo, danno segno di vita a questa povera creatura. Altri mendicanti, buttati per terra perché non più sostenuti dalle gambe scheletriche, completano questo tristissimo, doloroso quadro di sofferenza umana. Ciò che solleva un po’, è vedere fra la gente che esiste anche la carità; tutti danno qualcosa e, ricche Abissine, seguite dai loro domestici, elargiscono copiose elemosine in Chiesa e fuori fra i mendicanti. Ci siamo allontanati da questo luogo, con il cuore stretto ed abbiamo raggiunto il Mercato, per svagarci un po’.
Il viaggio
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