Prime impressioni della Francia

Mestieri
educatriceLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1932Data di ritorno
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)

Mafalda, la sorella maggiore Maria, la sorella neonata Cleo e la loro mamma sono partite da Roncone, in provincia di Trento, per raggiungere il padre in Francia. Da Milano a Parigi in treno, quindi da Parigi a Nantes in taxi (con grande disappunto del capofamiglia). Ora è il momento di raggiungere il paesino dove questi vive a pensione da diversi anni, ritirare i suoi effetti e trasferirsi tutti insieme in una minuscola località della campagna bretone.
Al mattino ci alzammo presto, ma prima di vestirci corremmo al balcone e dall’alto vedemmo tantissime persone che si muovevano in bicicletta. Noi non sapevamo cosa fosse perché a Roncone non ce n’erano, troppe salite. Notammo sbalordite che gli uomini fra la ruota posteriore ed il tubo verticale della bici incastravano un pane lunghissimo e ci dicemmo: chissà come si sporcherà durante il tragitto!
I genitori ci chiamarono a gran voce e partimmo subito per Besnè. Era un borgo molto attivo: le strade erano ingombre di macchine e biciclette e tutti suonavano per farsi strada. Il Papà disse: ora andiamo da Mademoiselle Lalaitè dove sono ospitato e prendo il mio bagaglio. Vi raccomando di essere rispettose! Io pensai: per forza, non sappiamo una parola di francese!
Nell’albergo, un poco decadente, la cameriera stava appoggiando le sedie rovesciate sui tavoli e un odore acre si mescolava a quello del tabacco forte. Mademoioselle Lalaitè era piccola e grossa con una faccina simpatica e sorridente. Ci salutò e ci offri una bibita. Noi non fiatammo, e ci guardammo intorno cercando di immaginare il Papà in un posto cosi poco ospitale. Il Papà andò ad ordinare una botticella di vino da portare a Criandiere, il villaggio dove saremmo andate ad abitare. Seppi poi che nella zona di Besné si produceva molto sidro, un vino estratto dalle mele.
Dopo aver salutato Mademoiselle Lalaitè partimmo per Criandiere, il paese dove saremmo andati a vivere. Non appena arrivati il Babbo ci indicò una costruzione dai muri altissimi: quella sarà la vostra scuola. Noi bambine ci guardammo e Maria mi sussurrò: E’ una prigione… Io ero abituata alle sue battute, ma quella volta mi venne un nodo alla gola: sembrava davvero una prigione! Dopo un paio di chilometri di strada asfaltata molto bella attraversammo una stradina piena di alberi e di rovi e finalmente arrivammo nel villaggio. Quale sgomento provai! Tutte le case erano basse, con tetti spioventi coperti da paglia pressata come vedevo nelle illustrazioni con i mulini a vento, ma tutto era ordinato e pulito. Il Babbo ci disse: qui c’è un pozzo dove dovrete venire ad attingere perché questa è una zona povera d ‘acqua. Dovrete accontentarvi perché non ho trovato una sistemazione migliore. La nostra casa era in centro al villaggio un po’ più alta delle altre e anch’essa coperta di paglia. Davanti alla porta c’era una pianta di rose ed adiacente un casotto pieno di legna. I genitori deposero i bagagli e la Mamma si guardò intorno un po’ sgomenta senza dire nulla. Nella mia famiglia non ci si doveva lamentare. […]
Il giorno dopo arrivarono tutte le signore del paese per fare conoscenza. Ognuna di loro portò un regalo e tanta, tanta verdura. Così avemmo l’occasione di parlare con i gesti e le risatine. Cominciai a sentirmi a mio agio.
Non sapevamo una parola di francese, comprendevamo solo merci e madame, ma le signore erano sorridenti e vivaci.
Il viaggio

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