L’India per me
Raffaele Favero è in viaggio verso l’Oriente alla ricerca di una nuova dimensione spirituale. Nel 1969 arriva a New Dehli dove scopre le vertiginose contraddizioni della società indiana, amplificate dalla presenza sciamante di giovani europei che praticano turismo meditativo.
New Delhi
Caro papà, finalmente sono in India e solo ora posso capire cos’era l’INDIA per me. Vesto completamente di nero e giro i bazaar di New Delhi e Old Delhi con un passo pacato ed il fuoco negli occhi. Dentro di me sono musulmano, della stessa religione del gran Mogol Kahn, imperatore dell’india (XVII secolo) ma continuo a parlare di religione indiana con i nuovi “amici” hippies sulla terrazza nel Crown Hotel. Da questa terrazza (ora è sera) si può ammirare tuta Delhi e udire il mormorio dell’allegra folla hindù e sempre il suono celestiale del “sitar” che vola tra le stelle.
L’albergo è in stile Liberty e le menti degli hippies “from Katmandhu” sono psichedelicamente fronzolute con ghirigori!
Dopodomani mi metto sulla strada ad attendere qualche camion che mi porti a Sarnath ove Buddha pregò il suo primo sermone al popolo.
Prima o poi credo arriverò a Katmandhu e quando sarò là non so se tornerò o no. Perché sono cambiato in tal modo da non poter più vivere in posti come Milano, Londra, ecc….
Dio è sempre vicino.
Il viaggio
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