Lavoro e svago
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Mestieri
meccanico, costruttore edileLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
Uruguay, Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1954Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)![](https://www.idiariraccontano.org/wp-content/uploads/2019/05/Uruguay-19-anni-come-meccanico-in-officina.jpg)
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Una volta a Montevideo, Achille – che non ha ancora compiuto sedici anni – si adopera per contribuire in ogni modo alla nuova economia domestica.
Mio padre aveva trovato un impiego preso una fabbrica che produceva olio di semi di girasole; fu proprio questo salario a permettergli di inviarci i soldi per il viaggio e a procurargli i soldi necessari per comprare il mangiare e i vestiti. Col tempo riuscimmo a padroneggiare anche la lingua, anche se fu solo dopo sei mesi che ci sentimmo a nostro agio nel parlarla. In seguito, una fabbrica di serbatoi per macchine mi offrì un posto di lavoro che accettai con gratitudine. Il lavoro consisteva nel modellare i serbatoi delle macchine con fogli d’acciaio, che dovevamo inoltre tagliare e saldare insieme: una routine davvero estenuante questa.
Lo sforzo fisico che questo lavoro richiedeva era eccessivo per me, e ciò mi sollecitava sempre più a stare in allerta nel caso si fosse presentato un nuovo impiego. Non potevo lamentarmi della paga, e sebbene fosse minima rispetto al salario standard uruguaiano, per me era migliore di quanto avessi mai visto prima. Il lavoro era costante. Sabato e domenica avevo libero, e potevo approfittarne per andare al cinema a vedere dei film, come “I dieci comandamenti” con Charlton Heston e “Due donne” con Sophia Loren.
A parte fabbriche e altre aziende, l’Uruguay aveva dei parchi stupendi, pieni di piante e fiori e prati tosati per potersi sedere o passeggiare. Le spiagge erano pulite e ci attiravano ad andare a nuotare e a goderci il sole. Ora sì che potevo permettermi di comprare un costume da bagno, un indumento di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza fino a quel momento. […]
Nel frattempo ebbi modo di conoscere altri uomini che erano emigrati dall’Italia, e tra di essi cominciai a notare una tendenza ai miei occhi fastidiosa, poiché alcuni abbandonavano le proprie famiglie che avevano lasciato in patria e a cui avevano promesso di ricongiungersi in Uruguay. Questi uomini sposarono donne della propria città, cominciando una nuova vita e una nuova famiglia, voltando così le spalle alle mogli e ai figli che avevano un disperato bisogno d’aiuto.
Il viaggio
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Mestieri
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