Paesi di emigrazione
AustriaData di partenza
1972Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)L’incontro con un parroco della cittadina di Braunau sembra porre la famiglia Scappini sulla pista giusta per ritrovare le persone che aiutarono il capostipite Gildo, nel corso della Prima guerra mondiale.
Pensammo allora di ricorrere alla fonte principale di certe notizie, senz’altro la più sicura: la parrocchia di Mining. Un piccolo campanile svettava sopra un gruppo di case basse illuminate dal sole. Sulla piazzetta del paese si affacciava l’unica chiesa di quella comunità. Il parroco doveva rientrare da un breve giro nei dintorni e nell’attesa, entrammo nel piccolo cimitero adiacente alla chiesa. Era abbandonato da tempo, perché le vigenti leggi non consentivano più quella sepoltura. Ad un tratto Franco lesse su una di quelle lapidi: – Ludwig Gradinger! Che sia questo il Ludwig che cerchiamo? Mio padre accorse a vedere. Sulla lapide c’era anche una piccola foto. Era forse quella la persona di cui aveva sempre parlato, il capofamiglia che 54 anni prima lo aveva accolto nella sua casa? Gildo era molto emozionato, la foto era quella di una persona molto anziana e ai suoi tempi non aveva ancora quell’età. Quella scoperta comunque, fu il primo avviso sulla autenticità del nome. Nel frattempo altre persone si erano radunate intorno a noi in quella piazzetta prima deserta e poco dopo il parroco arrivò. Era un giovane prete, simpatico nell’aspetto e molto ben disposto verso quegli ospiti stranieri. Ci presentammo: il suo nome era Alois Kolmbauer. Mentre ci ascoltava attentamente, capimmo subito di aver incontrato la persona giusta. Pietro nel suo stentato tedesco, io un po’ in italiano e un po’ in (un molto maccheronico) inglese, spiegammo alla meno peggio il motivo che ci aveva portati sino a quel posto. Gildo si era ripreso e descriveva affannosamente i pochi dettagli di cui si ricordava. Padre Kolmbauer ascoltò tutti, stette un poco soprappensiero, poi con un lieve sorriso a fior di labbra disse: – Kommen Sie mit mir! – Dal modo deciso con cui si era espresso, capii che aveva forse individuato le persone e la località che stavamo cercando. Il parroco mi invitò a salire sul suo Maggiolino-Volkswagen e fece cenno agli altri di seguirci. In un attimo lasciammo il paese dirigendoci, attraverso un tortuoso percorso, proprio là verso il fiume. Dopo due o tre chilometri, il Maggiolino imboccò un cancello e si fermò nel mezzo di un ampio spiazzo. Scendemmo dalla macchina e mi guardai intorno. Da un lato, un fabbricato sobrio ma elegante doveva essere l’abitazione dei proprietari. Sulla sinistra c’era una costruzione molto più vecchia che sembrava disabitata, sulla destra una serie di stalle moderne ed in fondo la vista aperta verso i campi sconfinati. Il sacerdote si voltò verso di me e disse sorridendo: – Es ist hier,… è qui!
In quel momento mi sentivo emozionato come non mai. Finalmente riuscivo a dare a mio padre una grande soddisfazione! Intanto era arrivata l’altra macchina. Scesero tutti, anch’essi visibilmente emozionati. Gildo si guardò intorno, gettò uno sguardo dapprima ansioso, poi sconsolato e disse: – No, non è qui… non e qui! Tutti restammo interdetti. Nel frattempo, dall’interno, vedendosi piombare in casa tutta quella gente, erano usciti sull’atrio di ingresso.
Il viaggio
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