La fabbrica tedesca

Una volta dentro, l’interprete mi accompagnò in un ufficio al più grosso del complesso, dove alcune donne mandavano avanti l’amministrazione della ghiseria. Qui chiesero il contratto e annotarono tutte le mie generalità. Dopo i preliminari d’ufficio, sempre accompagnato dall’interprete, costui mi portò nell’officina dove dovevo lavorare e vidi che l’ambiente era molto migliore di quello che avevo trovato all’entrata. Questa era l’officina di montaggio e poco dopo venne vicino a noi un caposquadra che mi invitò a fare un giro tra gli operai per farmi vedere i lavori che si facevano. Mentre camminavamo tra quella gente nessuno si interessò alla nostra presenza, se qualcuno lo fece, si girò dalla nostra parte solo perché l’interprete lo doveva salutare e gli aveva chiesto qualcosa. A me rivolsero solo qualche sguardo indifferente. Mentre camminavamo per l’officina, il caposquadra mi fece dire dall’interprete che il lavoro era a turni e datosi che doveva arrivare un nuovo tornio, per un po’ di tempo, anche per ambientarmi, avrei dovuto lavorare da aggiustatore. Non feci altro che accettare tutto quando mi si diceva…