La “demonizzazione di Stalin”

Il “Gruppo luglio 60”: dopo la caduta di Stalin e la rottura con la Cina di Mao, dopo il “luglio” si apre nella Sezione Battaglia del PCI del Lorenteggio-Giambellino un dibattito aspro e ampio. La Sezione Battaglia, una Sezione forte e attiva in un Rione operaio combattivo nella Resistenza e nelle lotte popolari. Lo scontro politico é teso. Vi partecipano di volta in volta i massimi dirigenti della Federazione di Milano e qualche dirigente nazionale. Eravamo divenuti “un caso”. Nel calderone infuocato si buttava tutto quel che si aveva sullo stomaco. Anche a sproposito. Perché viva Stalin e abbasso Stalin? Viva Tito e abbasso Tito? Viva e abbasso Mao? Contro la socialdemocrazia e no. La via rivoluzionaria e la via riformista al socialismo. Il “CHE” Guevara e le lotte rivoluzionarie in Sud America2. Il Viet-Nam. Lo scontro militare tra URSS e Cina. E poi Valpreda, Pinelli, Feltrinelli e tutte le stragi di Stato.

La demonizzazione di Stalin era contenuta nel famoso “rapporto segreto” letto da Kruscev al XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Ma tutti i giornali ne riportavano stralci e commenti. Il veleno colava a fiumi. Noi non avevamo dal PCI alcuna informazione in quanto il rapporto era “segreto”. Roba da pulcinella. Il disorientamento alla base era notevole. Le Edizioni Oriente pubblicano materiale proveniente dalla Cina sul rapporto di Krusciov. Noi, sulla base di queste pubblicazioni portavamo avanti il dibattito. Le assemblee erano infuocate ma i documenti ufficiali sembrava li avessero solo i giornali borghesi.

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