Alla scoperta della Cina
Giacomo Montemezzani e i suoi compagni si sono schierati con la Cina di Mao dopo la rottura ideologica con la Russia sovietica. Nel 1964 gli viene offerta l’occasione di un viaggio alla scoperta della realtà cinese, ma per raggiungere Pechino deve transitare attraverso Mosca non senza qualche inconveniente.
Attraverso le “Edizioni Oriente” riceviamo un invito a visitare a la Cina. Il gruppo sceglie me e Dino M. Con altri compagni di altre parti d’Italia accettiamo volentieri. Era purtroppo il momento dei peggiori rapporti fra i partiti Comunisti Europei e il PC, dell’URSS con la Cina di Mao. Con un passaporto ottenuto in modo un po “fortunoso” passo per la Svizzera e, all’ambasciata cinese di Berna ci forniscono i mezzi per raggiungere Praga, Mosca, Pechino. A Mosca, all’aeroporto veniamo trattenuti con altri compagni perlopiù sudamericani impegnati nella guerriglia nei loro paesi e “ospitati”, gentilmente devo dire, ma con una certa scorta, in una “Dacia” qualche decina di chilometri fuori Mosca. Trattati bene, con dignità anche, ma con discreto confort ma isolati. Il giorno dopo ci imbarcano sull’aereo cinese.
Morto Stalin, la Cina di Mao diventava il centro dì tutte le aspirazioni rivoluzionarie e il punto più alto dell’ideologia marxista—leninista. Ci restammo poco più d’un mese, fitto di incontri, scambi di idee, di esperienze. Visitammo città, fabbriche, Comuni popolari. Parlammo con operai, contadini, donne, giovani, casalinghe, soldati. Fummo ospiti di Organizzazioni popolari, di Comitati di partito, di Sindacati, di Enti Pubblici. Conoscemmo dirigenti di primo piano e sindaci di piccoli villaggi ma anche i sindaci di Canton, Shangai, Pechino.
Il viaggio
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