La delusione

Le sorti della guerra in Libia erano ormai compromesse per le nostre forze armate e per salvare quei pochi aerei che ci erano rimasti della squadriglia, ci pervenne l’ordine di rimpatriare in Italia. Di conseguenza, il 12 novembre, col mio scassatissimo CANT-Z 501, volando a bassa quota, quasi a sfiorare le onde, per evitare il contatto con aerei nemici, riuscimmo ad attraversare il Mediterraneo e raggiungere l’idroscalo di Stagnane (Marsala); l’indomani Orbetello e quindi Vigna di Valle sul Lago di Bracciamo. Finalmente un po’ di serenità; ma non fu così in quanto dopo una quindicina di giorni, mi fu ordinato di raggiungere di nuovo Augusta per riprendere a giocare alla guerra. Comunque, prima di raggiungere Augusta, mi fu concessa una merita licenza e volai, questa volta in treno, per raggiungere il mio paesello, dove i miei genitori erano in pena per me. A questo punto devo dire che pur pensando spesso a Iole, mi ero quasi dimenticate dei nostri giuramenti; quei nove mesi di duri sacrifici trascorsi in Libia, dove spesso la morte mi aveva sfiorato, ritenevo fossero state segnate dal destino e non volute da me per mantenere un giuramento; ma quando, parlando con alcuni amici, seppi che Iole si era fidanzata con un altro, riemersero tutti i miei e i suoi giuramenti sull’onore nostro e sull’onore delle nostre famiglie ed una giustificata amarezza mi pervase.

Persi la fiducia in tutte le donne senza pensare che quella ragazza, sicuramente, avrebbe voluto tener fede al suo giuramento e che fu costretta, con la forza, con minacce e forse con qualche sberla da parte dei suoi genitori a rompere definitivamente qualsiasi legame con la mia persona.