Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1942Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Un amore spezzato dalle resistenze delle famiglie di provenienza, porta Carmelo e Iole a giurarsi amore eterno e a promettere l’un l’altro che compiranno gesti estremi nel caso in cui venisse impedito loro di ricongiungersi. Iole giura che in caso contrario si farà suora; Carmelo che andrà in guerra in cerca della morte. Nel febbraio del 1942 ha l’occasione di mantenere fede alla promessa fatta.
5 febbraio dell’anno 1942. Mentre ero sempre in servizio presso l’idroscalo di Augusta, venni a conoscenza che due idrovolanti CANT-Z 506, completi di equipaggio, dovevano essere trasferiti in Africa Settentrionale (Libia) e pensai che era l’occasione buona per mantenere il giuramento che avevo fatto a Iole. Chiesi ad uno dei due marconisti già designati per il trasferimento, la sostituzione che accettò ovviamente con immenso piacere e assieme ci recammo dal comandante dell’Aeroporto, per definire la cosa. Così alle ere 10,40 del 25 marzo 1942, con un trimotore CANT-Z 506 decollavo dall’idroscalo di Augusta, per raggiungere, alle ore 14,05, la base di Pisida, in Libia, nei pressi del confine tunisino. Non è possibile descrivere, in questa sede, le vicende vissute dal marzo al novembre di quell’anno, durante la mia permanenza in Libia; dico soltanto che quello fu veramente il periodo più burrascoso della mia vita. Prima dalla base di Pisida, poi da quella di Menelao, nei pressi di Tobruk, tutti i giorni era una missione di guerra, a causa della carenza del personale marconista, spesso si volava due volte nel corso della giornata. Durante le ricognizioni a lungo raggio nel Mediterraneo e le scorte antisommergibili ai nostri convogli diretti nelle linee più avanzate della Libia, spesso partecipai a battaglie aeree ed aeronavali.
Due volte venni pescato in mare, la prima da un cacciatorpediniere della nostra Marina Militare, a causa di una collisione in volo con altro aereo, la seconda perché l’aereo alquanto sforacchiato da proiettili nemici, non era più in grado di volare e costretto ad ammaraggio forzato nel golfo di Ain El Gazala, nei pressi di Tobruk. Sicuramente, la mia ora non era ancora giunta: ricordo con precisione e rilevabile dalla mia documentazione che la mattina del 25 ottobre, alle ore 7 circa del mattino, mentre mi accingevo a raggiungere l’aereo per l’ennesima missione di scorta convoglio, il destino volle che incontrassi un mio amico, sergente marconista Pettinelli Eros che commiserandosi del mio stato fisica, alquanto depresso, volle sostituirmi volontariamente nella missione. Purtroppo l’aereo fu abbattuto da una pattuglia da caccia nemica, can la conseguente perdita di tutto l’equipaggio. Questo evento, malgrado il mio scetticismo in merito, mi induce a credere nel desti-no di ognuno di noi.
Il viaggio
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