La crisi e il ritorno

Dopo qualche anno purtroppo anche in Svizzera ci fu la crisi del lavoro e gli stranieri furono i primi a essere messi in cassa integrazione, per cinquanta giorni senza paga naturalmente. Mio marito ed io decidemmo di tornare in Italia, ormai anche da noi si incominciava a intravedere qualche spiraglio, se avessimo trovato lavoro saremmo rimasti qui. Dopo tre settimane mio marito trovò lavoro come fuochista al suo paese natio in una fornace dove cocevano i mattoni di terra. Lavorava nove ore al giorno a turno mattina, pomeriggio e notte. Prendemmo in affitto due stanze con bagno vicino alla mia famiglia e poco tempo dopo trovai anch’io lavoro come rammendatrice. Quanto era bello vivere nel nostro paese. Nel 1963 nacque la nostra prima figlia, era una bella bambina piccola ma sana e noi eravamo al settimo cielo! Nel 1965 nacque la seconda bellissima bambina. Eravamo tanto felici e le bambine erano tutto il nostro mondo, insieme scoprivamo tante cose nuove. Visto che le bambine crescevano in fretta le nostre due stanze erano diventate troppo piccole. Venne l’occasione di comprare un lotto di terreno in centro paese e grazie ai nostri risparmi della Svizzera a primavera cominciammo a costruire la nostra casa. Era il 1967ed eravamo finalmente felici perché il nostro progetto si stava per realizzare. Alla fine dell’anno andammo ad abitare nella nostra nuova casa in centro. Mi sembrava un sogno, eravamo vicini a tutti i servizi, soprattutto alla scuola che le nostre bambine avevano cominciato a frequentare. Di sera le strade erano illuminate ed era bello uscire vedendo dove si camminava a differenza della campagna sempre buia. Nel 1969 nacque la terza bambina, speravamo in un maschietto, ma fummo ugualmente felici, era sana e tutto era andato bene.