Ingresso trionfale a Saigon

SAIGON (7-14/2) km.21 – km. 5.237.-Giornata straordinaria quella del 7 febbraio in Saigon in virtù della propaganda Lambretta; ma precediamo con ordine: alzatomi per tempo, ho cercato invano una guida, ovviamente in francese, di questo affascinante capoluogo sconosciuto a me; mi è venuto allora l’idea di recarmi all’agenzia del mio veicolo di nome Vinace alla quale mi ha condotte un motociclista incontrato per ce so. Appena hanno saputo qui che venivo dall’Italia, i presenti stentavano a crederlo. Quando poi la notizia si é propagata, è stato tutto un accorrere di gente qualificata o meno della ditta dal direttore ai semplici impiegati, tutti desiderosi di avere notizie del viaggio. Indubbiamente era la prima volta che qua capitava dall’Europa un mezzo come il mio; poi immagini in tutte le pose scattate ai protagonisti della fortunata vicenda; quindi in giro per la città dietro al mio accompagnatore ufficiale di nome Trinh sulla sua fiammante moto insieme ad un foto “reporter” che collezionava via via istantanee sullo scuter ed il suo guidatore per piazze e viali. Di passaggio alla Posta Centrale, qui ho avuto l’immensa gioia di leggere una lettera di mia moglie Giulia. In seguito è continuata la corsa per la città. Tiepida invece l’accoglienza all’Ambasciata italiana dove, tuttavia, due piemontesi assenti da anni dall’Italia, hanno manifestato il desiderio di stare un poco insieme. Non potevo terminare meglio la giornata che coincideva con una singolare festa nella ricorrenza dell’anno buddista celebrata presso la sede della Vinace in un teatro-cinema all’aperto nel quale venivano offerti ai dipendenti calendari, pacchi dono e coca cola. Il capo della propaganda aziendale, monsieur Man ha voluto mettere la moto sudicia e malandata proprio davanti al tavolo dei regali in vista di tutti, presentandomi, quale perfetto bugiardo, come colui che aveva intrapreso il giro del mondo in Lambretta; quindi applausi e fotografie a non finire, ed io a ringraziare con le mani alzate. Dopo incomprensibili discorsi, per me, in lingua vietnamita da parte dei capi della ditta, siamo passati ad uno spettacolo di arte varia, protagonisti cantanti e comici locali, godute insieme a gente affabile e serena. Dopo le calorose accoglienze riservatemi, la Vinace ha voluto offrirmi il soggiorno gratuito per tutto il tempo che sarei rima sto nella città, fissandomi una bella camera con bagno nel nuovo Hotel Catinat di 12 piani nella centrale via omonima; questo per ché Trink, il mio accompagnatore, era rimasto disgustato ch’io dormissi nel pestifero albergo del pidocchi chiamato Ba-Lac. In seguito è stato un susseguirsi di intense giornate, ben lungi dall’immaginare: interviste, visite, riunioni, pranzi e cene. Di particolare importanza è stato il colloquio, un po’ in francese ed un po’ in inglese, avuto col direttore generale della stampa vietnamita riguardo al viaggio, il quale ha voluto conoscere anche le mie impressioni personali sul Viet Nam che vuol rimanere stato libero. Non sono mancati altri incontri coi giornalisti locali e col capo dell’Ufficio Turistico in Saigon, che ha voluto fare un dettagliato programma di visite alle diverse località del Paese.