“Della fucilazione non hanno paura”

Un giorno in una ricognizione alcune spie nemiche furono fatte prigioniere; ad una di esse, credendo di spaventarla dissi: ora ti faccio fucilare dai miei soldati. Non rispose, le domandai se avesse paura, no disse, così vuole Allah. Le facemmo accompagnare in una casetta e sorvegliare da alcuni soldati in attesa di mandarle al carcere. All’ora del rancio feci dare ai prigionieri del pane che essi incuranti della minaccia di morte che pendeva sul loro capo, avidamente mangiarono. Il giorno appresso dalla caserma della Burka vidi uscire un convoglio di prigionieri, scortati da soldati: erano condannati a morte che dovevano essere giustiziati. Fra essi vi erano anche le spie del giorno precedente e una di esse mi disse, interrogata, se non le dispiaceva morire, no perché lo vuole Allah. I prigionieri furono tutti accompagnati in riva al mare, alcuni soldati zappatori scavarono la fossa che doveva contenere i cadaveri dei giustiziati e queste operazioni valsero a scuotere coloro che sapevano che fra qualche minuto avrebbero cessato di vivere. Indifferenti a tutto guardavano al pari degli altri spettatori e quando la fossa fu ultimata, senza opporre resistenza si fecero condurre vicino a essa. I soldati si allontanarono e caricarono i loro fucili e mentre i condannati cominciavano a ripetere: Inshallah ecc. una scarica li fece cadere morti nella buca.

Della fucilazione gli arabi hanno poca paura perché essi credono che chi è fucilato dagli infedeli, qualunque sia il motivo, vada diretto nel cielo di Maometto e lo stesso per coloro che muoiono combattendo contro gli infedeli, o che uccidono un infedele.