Enrichetta Lorenzini

Sono trascorsi vent’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, nel 1965 l’Italia ha superato le difficoltà della ricostruzione e si lascia trascinare dall’entusiasmo che accompagna il boom economico. Le generazioni che hanno vissuto il dramma del conflitto e la caduta del fascismo hanno metabolizzato o rimosso i ricordi più neri, mentre cominciano a diventare adulti uomini e donne nati dopo la fine delle ostilità. È passato tempo a sufficienza per un cambio di mentalità, di interessi, di abitudini. Il tempo libero, insieme a margini più o meno considerevoli di ricchezza, fanno scoprire agli italiani piaceri tanto effimeri quanto intensi quali le vacanze, la villeggiatura, i viaggi. Contraddizioni interiori sono quelle che vive la bolognese Enrichetta Lorenzini, quando viaggiando verso l’Olanda giunge in Germania per una tappa che la attrae e la turba. A Düsseldorf è ospite con il marito e i figli di una famiglia conosciuta sulla spiaggia di Cesenatico. Sono stati i bambini che hanno socializzato e spinto i genitori a cercarsi. L’accoglienza è delle migliori ma la Germania, o meglio l’idea di Germania che Enrichetta coltiva ancora dentro di sé, crea disagio. “Vi dirò che non mi piace nemmeno tanto, fa un po’ paura, la solita paura che fanno i tedeschi agli italiani dopo gli scherzi che ci hanno fatto”.