Mille lire buttate via

L’allora periodo, segnato dal regime fascista che aveva colonizzato l’Abissinia, dava l’opportunità di andare a lavorare in quella terra dove si stavano costruendo strade, acquedotti e scuole. Nel 1936 sono partito quindi per l’Eritrea. La località di destinazione si chiamava Neghelli. Lì ho trascorso un periodo di 3 o 4 mesi. Dopo, un altro periodo sempre in Africa Orientale esattamente a Mogadiscio. Anche lì ho trascorso ancora alcuni mesi; avendo fatto il pastaio in precedenza, mi ero proposto per la mansione di panettiere per il gruppo dei lavoratori emigrati. La prova a cui sono stato sottoposto è risultata positiva, ma, per la verità, non ho mai brillato in quel mestiere; c’era un forte malcontento per il pane che sfornavo, una volta troppo cotto, una volta troppo crudo; non sono però mai stato rimosso dall’incarico. Rientrato in Italia, successivamente nel 1937 sono partito per Casablanca (in Marocco). Questo viaggio è stato un vero bluff. Da fonti non sicure ci era stato segnalato che assumevano personale per grandi lavori di edilizia. Con un gruppo di amici del paese ci siamo imbarcati su uno scassato mercantile dal porto di Livorno e, dopo una lunga navigazione (20 gg. circa), siamo arrivati. Purtroppo non c’era nulla di quanto avevano detto e potete immaginare la mia grande amarezza per tale avventura. Questo viaggio pieno di speranza mi era costato 1000 lire. Erano davvero tanti soldi!! Io per questo viaggio non avevo interpellato neanche mia moglie.