La casa dei ciliegi

La nostra casa in località Laghi – frazione di Vergato (Bo) era di tipo contadino, un piccolo podere dove c’erano 17 o 18 ciliegi. Mio padre Giovanni era persona di bell’aspetto, alto di statura e lavorava il podere aiutato qualche volta da mia madre Rita, anch’ella era alta, nera di capelli e piuttosto robusta. Avevamo un po’ di grano e qualche animale da cortile (maiale e galline). lo spesso andavo a mangiare dai nostri vicini, la Clelia – località Bosconi -che mi dava la polenta, che era uno dei primari alimenti. Prima di me c’erano due fratelli, Alfredo e Elvira; io ero il terzo nella scala di successione; poi se ne sono aggiunti altri sino ad arrivare a dieci. A scuola purtroppo non mi hanno mai mandato e di questo ho serbato rancore nei confronti di mio padre. Ho iniziato presto a lavorare (avevo circa 9 anni) e come prima occupazione sono stato in una scuderia di cavalli. Il padrone mi aveva preso per accudirli, li abbeveravo e davo loro da mangiare e dormivo pure io nella stalla. A questi cavalli vaniva attaccata la carrozza che serviva sia per il trasporto della posta che dei passeggeri i quali arrivando dal treno e dovendo recarsi nei dintorni la usavano come taxi. Un giorno mentre pulivo la carrozza ho trovato un borsellino che conteneva 7 lire. Per la verità volevo restituirlo al proprietario, ma, parlandone con mia madre quest’ultima mi consigliò di tenerli perchè avevo necessità di un paio di pantaloni. Cosi’ comperata la stoffa, venne data a una sartina di nome Linda, che abitava in un borgo, oltre la collina della nostra casa. La Linda poi mi prese le misure se così si possono chiamare (da collina a collina) : questi pantaloni erano talmente larghi e lunghi che li ho potuti indossare solamente dopo qualche anno.