Da Lucca Sicula a Londra

Si faceva di tutto per poter uscire del paese, non ricordo più il nome, mi dà l’indirizzo dell’otel dove antava a lavorare in Inghilterra incaso mi dice ci possiamo vedere di quelli parte. Io mi faccio il passaporto, mi comunico con mio cugino Giuseppe il famoso Peppi Mussolini figlio di zio Baldassare che anche lui aveva emigrato sei mesi primo dime, e cugino Antonio Mule’ sposo di mia cugina Calogera sorella di Giuseppe. Al principio del mese di Giugno mi arriva il contratto di lavoro il tipo mi avvisa vado a Ribera mi da il contratto lo pago e torno a Lucca Sicula. Questa volta io ero deciso mama’ non si oppone la nonna non cera più, aveva passato ad altro mondo. Faccio la valigia, zio Baldassare mida’ un’altra valigia piena di formaggio e altre cose da manciare per le mie cugine avevo due valigie che pesavano più dime’, lascio il Bar in mano di mio fratello che gia’ quasi aveva diciotto anni lavorava a la posta e badava col Bar con papa’. Via alla prossima avventura destinazione Londra e la famosa cassa di zio Luca dopo cinquantanni continua parturento valigie. Arrivo a Milano devo aspettare parecchi ore alla stazione centrale per prendere il treno per Londra, da Milano faccio il telegranuna a mio cugino Antonio ci dico a che ora arrivo alla stazione Vittoria a Londra. Parto da Milano arrivo a Londra scendo del treno con quelle due valigie che pesavano come un demonio, una per mano guardo intorno in mezzo alla folla non vedo a nessuno dei miei cugini aspetto quindici minuti nessuno si vede, già incomincia la vita dell’emigrande la prima esperienza senza sapere una parola di Inglese, però il mio dono che mi a dato Dio e quello di non scoraggiarmi mai e sempre avanti contra vento e marea dicono le Spagnoli e affrontare tutte le dificoltà che si presentano nella vita. Mi metto inmano l’inderizzo di mio cugino e a tatto di musica e parlando in Italiano fermo una signora ci mostro l’indirizzo e anche lei mi fa’ gesti con he mani e parlarmi Inglese capisce che devo antare a quel paese che lo chiamavano Bedford, mi fa capire che la siguiera e sale e scende scale mobile nella metropolitana, arrivammo a un’ altra stazione faccio it biglietto per Bedford la signora mi saluta la ringrazio entro dentro per prendere it treno, di nuovo mostro il biglietto a unaltra signora che aspettava anche lei il treno, sempre a gesti e parlarmi Inglese mi fa capire che anche lei aspetta lostesso treno io dico si’ e abasso la testa, arriva il treno salimmo e ci sedemmo nella stessa gabina cerano altre due passeggieri durante il viaggio ogni tanto scampiavamo qualche parola ma io non capivo niente e credo anche l’oro, dopo qualche ora di viaggiare la signora scende alla sua fermata e mi a capire che ancora una stazione e dopo venia Bedford e anche mi raccomandano agli altri due passeeggeri che loro continuavano mi regala una santina e ci a scritto dietro che Dio ti aiuta e buona fortuna in terra straniera, io la capisco dopo quanto io già masticava umpo’ di Inglese. Arrivo a Bedford scendo esco fuori la stazione l’indirizzo inmano subito savvicina un tipo le dico tassi mi risponde si a chi cerchi a capito subito che io venia dellostivale a mio cugino Antonio Mule’ questo e mi dice io lo conosco a tuo cuggino vieni mi metto nel tassi a cinque minuti arrivarnmo soppresa per mia cuggina, mi dice come ai fatto da solo arrivare qui, da piccolo sempre o sentito dire chi cia’ la lingua passa il mare, l’oro non a ricevuto il telegramma che ciò fatto da Milano. Io condento che già ero arrivato a casa dei miei cuggini e anche l’oro di avere amme incasa, dopo vieni mio cuggino Giuseppe a vedermi era piegato amme quanto era in paese sempre era nel Bar e anche a passegiare nella piazza abiamo passato un paio di giorni tutti assieme e dopo devo ragiungere it mio lavoro.