Vita sul “Lombardia”

26 gennaio – Che allegria stamattina! La giornata è calda, il vapore fila celermente, lasciando dietro a sé una striscia bianca che le onde durano fatica a cancellare. I viaggiatori sono quasi tutti scamiciati e il bastimento ha l’aspetto di una fiera estiva. Da un lato un’armonica suona calabresemente, da un altro lato si giuoca a Tombola, e il cantatore di numeri non manca di aggiungere a questi le solite frasi meridionali che per noi Settentrionali è abbastanza dilettevole.

Là in fondo un clarino ed una chitarra suonano e ballano! Più in qua si giuoca a tresette, e che Tresette marca. Piemontevenetonapolecremonese e l’armonia esiste come frà cani e fatti! Otto o dieci persone sedute sopra ad una catena discutono su una materia che si sforzano di chiamarla politica, io vengo chiamato a dare il mio responso, per fortuna si trattava di preti, ed allora tu lo puoi immaginare svolsi rapidamente quel mio solito sermone, che mi salvò tante volte, facendo rimanere di stucco l’uditorio….

Anche da questo lato l’onore è salvo penso frà me!

Poi cala la notte la fiera si spopola, si vede qualche piccolo gruppo, poi più nessuno si va a dormire.

27 gennaio – Guardo il mare appoggiandomi al parapetto del bastimento! È uno di quei momenti in cui la nostalgia mi invade e allora, tu capofila, mi passate davanti tutti o care persone, vi vedo coll’immaginazione, è l’Italia che si fa sentire, almeno fosti tu qui al mio fianco, ma invece nessuno che mi possa parlare di Torricella, nessuno a cui possa confidare certi segreti del cuore.

Ti auguro caro Renzo di non provarli certi momenti come questi, perché terribili, ti senti abbattuto, e se tu li proverai un giorno solo allora comprenderesti quanto sia dolce vivere tranquillamente lì con tua madre anche se brontola quando fumi una sigaretta!

Chi non sente queste emozioni è un vile!