Verso la Palestina

Avevamo messo i motori avanti, invelata la barca, dato che in quel momento avevamo un pò di vento a nostro favore; l’importante era metterci 12 miglia fuori, cioè fuori delle acque territoriali per non essere intercettati da una vedetta francese. (In quel periodo non esisteva la vigilanza come adesso). Avevamo fatto un carico di persone provenienti dalle più disparate parti d’Europa, erano persone che sopportavano ogni tipo di sacrificio pur di andare nella terra dei loro padri per rifarsi una nuova vita e soprattutto per trovare la libertà. Persone di ogni ceto con solo un misero bagaglio dove tenevano tutto ciò che gli era rimasto.

Al mattino Ammon (uomo della Haganah, ndr) riunì al solito posto sotto la timoniera il maggior numero di persone e cominciò il suo discorso. “Quanto stò per dirvi dovrete riferirlo a quanti non possono essere presenti per motivi di spazio, è di vitale importanza che tutti ne siano al corrente. Avrete notato che sopra la botte vi è una grossa campana, quando in qualsiasi momento la sentirete suonare a distesa, tutti, dico tutti dovrete scomparire dalla coperta di questa nave, se ciò avvenisse, in quel momento, vorrò vedere solo l’equipaggio di guardia. Non tollererò nessun alterco per nessun motivo, nessuna chiassata, saranno permessi canti, preghiera e ricreazioni in generale, solo alla sera, tempo permettendo, e non oltre le 10 di sera, a quell’ora tutti dovranno trovarsi ai loro posti. Riferite a tutti quanto qui esposto e a tutti buon viaggio”.