Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CroaziaData di partenza
1989Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Di ritorno da un viaggio in Bulgaria, Flavia Turri e il marito si fermano per qualche giorno di vacanza a Postup, nella penisola di Peljesac, nell’attuale Croazia.
Quell’anno il nostro conto corrente era stato consistentemente prosciugato per l’acquisto della nuova casa e avevamo deciso di rinunciare a vacanze in luoghi esotici e ripiegare verso zone più vicine e, soprattutto, meno care. Volevamo raggiungere la Bulgaria attraverso la Jugoslavia, visitando città e paesi del sud dove non eravamo mai stati. Al ritorno, ci saremmo fermati a riposare in qualche località di mare. Di questo viaggio scrissi, a suo tempo, una cronaca che registrava l’emozione di trovarci, a poche ore da casa, davanti a paesaggi punteggiati di minareti e cimiteri musulmani. Tornavamo dunque dalla Bulgaria, un paese dove la diffusa miseria e lo squallore tipico dei paesi comunisti dell’est, non erano riusciti a oscurare il fascino del cavaliere rupestre visto a Madara e la bellissima iconostasi di una chiesa di villaggio dove tralci di vite e draghi si intrecciavano come in una danza. Rientrammo in Jugoslavia una notte di luna piena, tanto luminosa da vedere con chiarezza i leprotti attraversare la strada che si snodava tra un bosco di abeti. Eravamo quasi fuggiti da un albergo di tipo stalinista che ci aveva fatto intravedere meschinità di comportamenti e miserie umane insospettate. Una volta in Jugoslavia ci fermammo a Postup, nella penisola di Peljesac, e prendemmo alloggio nella casa di una giovane coppia, Mladenka e Ante, con un piccolo di tre anni: Mio. Nessuno dei due parlava una qualsiasi lingua straniera. Erano gentili, ma, soprattutto, credo, felici di avere degli ospiti paganti che avrebbero dato un po’ di fiato alla magra economia familiare. Ci parve di intuire che avessero voglia di parlare e sapere come si viveva in Italia, ma, nonostante la buona volontà di entrambe le parti, i discorsi non facevano molti progressi. Ci limitammo, una o due volte, a mangiare assieme qualche grappolo di uva saporosa che ci era stata offerta e a regalare a Mio uno dei rari giocattoli visti nella vetrina di un negozietto a Trstenik: un modellino di Alfa Romeo. Il regalo fu accettato con l’entusiasmo e la semplicità di chi non è abituato a riceverne.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CroaziaData di partenza
1989Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Flavia Turri
Un odio profondo
Trascorrevamo le nostre giornate a prendere il sole e a fare bagni nella splendida baietta di...
“Comunismus catastroph”
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