Quindici lire per partire

Mi avvicinavo ai quindici anni, ed eravamo in un anno di siccità, e senza il raccolto delle olive, con una crisi economica brutta ed acutissima.

Ora che cominciavo a comprendere i bisogni della mamma, giustamente volevo recarmi in Francia a lavorare, onde potere, con i risparmi che avrei fatto, pagare i debiti che la Mamma era costretta a fare, e se possibile riscattare i poderi d’olivi ch era stata obbligata a vendere. Senonché, come si fa ad andare in Francia, senza denaro per il viaggio, e dove, e con chi si va? Fu fortuna, o sfortuna, non saprei, che lo zio Pipin, data la crisi economica che si attraversava, si decidesse ad emigrare, promettendomi di condurmi seco se la mamma fosse stata contenta, e di imprestarmi metà delle spese di viaggio. Tutto lieto e contento della promessa dello zio, vado a raccontare il tutto alla nonna; ed essa, arcibuona come tutte le nonne con i nipotini, mi diede lire 15 quale metà delle spese di viaggio, raccomandandomi di non farne parola con chicchessia!

Oh! Buona e generosa nonna! Quanto amore per il nipotino! Vivere con Lire quindici di sussidio dato dai tuoi tre figli, e su quella miserabile somma fare ancora delle economie, togliendoti il pane di bocca e regalare lire quindici al nipotino affinché, non ancora quindicenne, potesse emigrare con tuo figlio in Francia, andando a guadagnarsi il pane, e fosse appagato il suo desiderio! Oh, generosa e ricca nonna, quanta ricchezza nella tua Madonna povertà!

Tuttavia, mentre per la promessa dello zio e per lo aiuto finanziario della nonna ero tutto felice, perché avrei potuto finalmente partire per la Francia, mia mamma già malaticcia, conosciuta la mia decisione, credo si ammalasse ancor di più, inquantochè poco tempo dopo la mia partenza la malattia si acutizzò fino alla pazzia.