Psichiatra transculturale

Ho svolto in Somalia corsi di psichiatria, dal 1978 al 1988. Le lezioni duravano 3 o 4 mesi. Durante il secondo semestre, mi affiancava un collega, perché non potevo lasciare l’ospedale romano per un tempo così lungo. L’incontro col popolo somalo e la sua cultura mi affascinò. Ne studiai la cultura, la medicina tradizionale e la visione del disagio psichico. Incominciai ad interessarmi di psichiatria transculturale, con un genuino coinvolgimento, che mi portò a studi e ricerche in questo campo, proseguiti poi negli anni successivi. Purtroppo, dopo la morte del prof. Stefanini, e per le drammatiche trasformazioni della realtà somala, il progetto universitario incominciò ad avere crescenti difficoltà, dovute anche ad una sua crescita sregolata, ipertrofica e burocratica. Col precipitare poi della situazione politica e l’insorgere della guerra civile, l’Università Nazionale Somala fu chiusa nel 1989. Resta il grande rammarico che una simile esperienza che l’ONU aveva definito come una delle più valide del mondo nel suo genere, sia andata completamente persa, e con essa tutto il grande patrimonio di esperienze e risultati ottenuti. Altrettanto vivo resta il desiderio di ripercorrere le tappe di quella esperienza, per spiegarne la vicenda e la fine.