Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
CubaData di partenza
1996Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Morena e Ivan prendono contatto con alcuni personaggi ai quali, amici italiani, gli hanno raccomandato di rivolgersi al loro arrivo a Cuba. Cominciano a conoscere meglio L’Avana e si soffermano sullo stile di vita molto diverso da quello al quale sono abituati.
Mercoledì 13 novembre E’ piovuto forte tutta la notte e alle 9 quando usciamo continua a spiovigginare. Andiamo in cerca di qualcosa che assomigli a una colazione ma è pressochè impossibile, a meno che non vogliamo optare per un hot dog con salsicciona e senape. Entriamo in un “mercado” ma è praticamente vuoto, si tratta forse di un mercato dove i cubani vanno con la “libreta” a prendere le loro razioni di riso, latte e fagioli. Siamo al Vedado, il grande quartiere residenziale più noto. Per strada c’è qualche ambulante con un carrettino che vende cose simili a polpettine fritte, riusciamo anche a trovare qualche biscotto. Alle 10 arriva il fidato Fernando per portarci alla “Casa di Hemingway” a S. Francisco de Paula, una fattoria a una decina di chilometri dall’Avana che lo scrittore chiamò “Finca Vigia” (fattoria belvedere) dove sono conservati cimeli, documenti, trofei di caccia e pesca, e il telegramma con cui gli veniva annunciata dall’Accademia di Svezia la vincita del Premio Nobel per la letteratura nel 1954. Piove talmente forte che la casa è “semicerrada”, una parte si può visitare solo dall’esterno (ti pareva….), comunque attraverso i vetri si vede dentro la parte dove non si può accedere; il giardino è bellissimo, e si può vedere anche la piscina e la barca “Pilar”.
Fernando vuole esprimerci il suo affetto e gratitudine (Ivan gli ha regalato un paio di scarpe, una cravatta e pantaloni per suo padre) e ci regala un “souvenir”, un oggetto di vetro soffiato di dubbio gusto che in Italia sarebbe impensabile provare a vendere in qualunque negozio o mercatino, ma il suo gesto è davvero molto gentile. Gli chiediamo di accompagnarci a comprare del pane, ci promette di farlo mentre ci spiega che ogni cubano ha a disposizione un solo panino al giorno, mentre i turisti, grazie ai dollari, possono comprarne anche un filone. Tuttavia non ci porta in alcun forno o panetteria, non ne capiamo il motivo. Ora piove davvero forte, sia fuori che dentro la macchina, quasi non si vede la strada. Ci fermiamo in un “mercado agropecuario”, dove si può pagare solo in pesos, a comprare papaya (chiamata dai cubani “frutabomba”) e arance, stranamente non troviamo banane. Ci stupiamo che ci siano cosi pochi mercati, dato che la frutta non dovrebbe mancare, invece anche le coltivazioni risentono della mancanza di petrolio che pesa sull’irrigazione, sull’aratura e sul trasporto. Per strada passano i “camei” stracolmi di persone. Si tratta di camion in cui il rimorchio, a forma di cammello è un contenitore per 200 persone, a volte anche 300. E’ sconsigliabile ai turisti per via dei furti.
Sfumati i nostri propositi di tornare nel pomeriggio all'”Habana Vieja” dato il diluvio in corso, torniamo al nostro alloggio dove pranziamo con i frutti tropicali. Per fortuna passa a trovarci Sasy che ci presta il phon (“secador de pelo”): abbiamo pensato a portarci la presa a lamelle, ma non al voltaggio, che qui è 110 e non 220. E meno male direi: ieri Ivan facendo la doccia ha toccato il ciotolone di ferro dove si scalda l’acqua e ha preso una forte scossa, per fortuna non era la 220. La situazione meteo evolve al peggio, non c’è luce così non si può neppure fare la doccia perché l’acqua non si scalda, vorremmo andare alla famosa gelateria Coppelia (dove è stata girata una scena del film “Fragola e cioccolato”), vorremmo andare sulla Rampa (il “cuore” del Vedado) a vedere il lungomare Malecon, ma è lontano, bisogna prendere un taxi e il cielo è talmente minaccioso che se ricomincia a piovere forte, non esiste ombrello che tenga una pioggia forte come quella che abbiamo visto cadere qua, e a dire il vero non sapremmo neppure dove comprarlo, un ombrello. Ci servono anche delle bottiglie di acqua minerale ma non sappiamo dove comprarle, pensiamo alla desolazione del “mercado” dove siamo entrati ieri, dove gli abitanti si riforniscono delle razioni di cibo con la “libreta”, dove non abbiamo avuto né il coraggio né la voglia di fotografare queste persone che lottano per la sopravvivenza. Oggi questo meteo pessimo, implacabile e inaspettato nella durata ci ha bloccato i progetti, sia di andare in spiaggia, sia all’Habana Vieja che al centro del Vedado, e pure di fare una doccia: le previsioni dicono che sarà così per parecchi giorni. Alle 20 viene a prenderci Marleen, con la quale ci eravamo accordati qualche giorno prima per andare a vedere la suggestiva cerimonia dello sparo del “carionazo” alle 21 poi a cena, ma è ricominciato a piovere di brutto così, dopo essere arrivati lì in taxi, siamo costretti ad andare via non prima di aver almeno visto un grande cannone e un soldato con vestiti del ‘700. Costo del taxi: 13 $ Andiamo a cena al paladar Groves, dai parenti di Marleen; c’è un po’ da aspettare perché i paladar non possono avere più di 12 sedie, e stasera è pieno. Questa sera esageriamo col cibo: platanos frites, fileto de pardo (un gigantesco pesce simile alla spigola), langosta enchilada, arroz bianco e ciotolona di frijoles (fagioli neri) Conto 33 $ in tre. Offriamo taxi e cene alle persone che ci sono state “raccomandate” in Italia, per noi è anche un modo per parlare con loro e conoscere dal vivo la realtà quotidiana della gente che vive nell’isola. Ci facciamo chiamare un taxi e ne arriva uno regolare della Panataxi. Marleen scende con noi alla nostra destinazione, invece di proseguire per casa sua perché dice che è troppo costoso; proviamo a spiegarle che finora le fregature maggiori per gli spostamenti all’interno dell’Avana ce le hanno date i taxi “particular”, oltretutto è molto tardi e dobbiamo accompagnarla alla Calle 23 (la strada principale del Vedado), per cercare un altro taxi e farla portare a casa.
Il viaggio
Mestieri
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diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
CubaData di partenza
1996Periodo storico
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