Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
IsraeleData di partenza
2004Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Prosegue il soggiorno di Patrizia Di Luca in Terra Santa, tra visite ai luoghi sacri e un’immersione fisica e spirituale tra le persone e le atmosfere che solo una città come Gerusalemme può regalare.
27 dicembre 2004
Giornata di sole trascorsa a Gerusalemme; abbiamo camminato e sostato nei luoghi sacri delle tre religioni. Odori, colori, voci voci voci…vita che pulsa lungo le strette vie di antiche pietre.
Hakotel Hama’aravi, il Muro della Preghiera, per noi Muro del Pianto. Mi sono lavata le mani e le braccia, fino ai gomiti, come ho visto fare ai fedeli ebrei. Le mani appoggiate al Muro, non pregavo, respiravo una Presenza. Il sole mi riscaldava il corpo, mentre sentivo la pietra irregolare e levigata, fredda sotto i polpastrelli. Nell’aria, una brezza fresca. Tra le pietre del Muro ho lasciato un bigliettino dove chiedo tutto, per me e per tutte le persone che mi sono care. Alcune donne anziane, con un gesto umile, stendevano la mano a chiedere l’elemosina, non a Dio ma a noi che stavamo in silenzio; la povertà stringe nella sua morsa di sofferenza Ebrei e Palestinesi. Non esistono popoli eletti.
Lungo le strade del quartiere musulmano e di quello ebraico i bimbi giocano e sorridono, tutti ugualmente bambini, innocenti e veri.
Haram esh-Sheriff, la Spianata del Tempio, costruita su quello che la tradizione indica come il monte Moria, sul quale era salito Abramo per compiere il sacrificio di suo figlio. La Cupola della Roccia splende d’oro sotto il sole; le maioliche che decorano la parte alta dell’esterno sono molto belle, le linee blu azzurre verdi gialle formano disegni e simboli che non so interpretare. Provo ad avvicinarmi alla moschea El-Aqsa, il custode musulmano mi ferma. Mi copro i capelli, mi tolgo le scarpe, ma non è sufficiente… l’ingresso è consentito solo ai Palestinesi. Passeggiamo a lungo tra gli edifici e ci sentiamo privilegiati a poter condividere con i musulmani questo luogo così difficilmente accessibile a noi occidentali. Durante questo viaggio molte volte mi accorgo che le relazioni tra uomini si definiscono in base a contrapposizioni e contrasti.
Come ieri, abbiamo pranzato in un locale solitamente non frequentato da turisti e nel pomeriggio ci siamo fermati per un the alla menta in una sala da biliardo nella Città Vecchia, in una costruzione antica, colonne e soffitti a volta sotto i quali hanno sostato i Crociati. In questi luoghi, in questi incontri, in queste profumi e emozioni cerco di dimenticare molte cose…
Gerusalemme vista al tramonto dal Monte degli Ulivi è un sogno di luce rosa che ne addolcisce le linee, elimina asperità e contrasti. Appare come una visione, le mura intatte a segnarne il confine, le cupole i minareti i campanili a segnarne la sacralità. Mentre il giorno finisce, il tempo sembra dissolversi in un attimo sospeso, in un presente che è un istante ed è tutta una vita. La luce azzurra della sera arriva poi a restituire precisione alle forme, ma abbiamo respirato la sacralità di questa Città Santa…
Usciamo da Gerusalemme, una luna grande e arancione accarezza i profili dolci delle colline vicino a Betlemme. Fermi al cechk-point guardiamo quel chiarore risplendere sulle foglie d’ulivo, sulle pietre, sui sassi. Intorno a noi, il silenzio.
Il viaggio
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