È nata la Repubblica brasiliana

Esteves, lì 27 febbraio 91

Mia cara Urania,

Già fa quattro giorni che ricevei la tua lettera, ove sento che non verreste volentieri qua. Non dico che tu debba venire ne oggi ne domani, ma pure bisognerà che tu venga, giaché io non tengo idea di ritornare mai più costì. Almeno per ora ho questo pensiero , per cui havrei piacere che anche tu venisse qua. Ma di questo ti scriverò quando lo potremo fare, giaché bisogna che ci sia una combinazione di qualche persona a cui ti possa affidare e che ti accompagni nel viaggio.

Mi dici che la tua zia Maria si fece male ad un piede, ma spero che ora starà bene.

Di tuo nonno non mi dici niente, sta bene non è vero? […]

Io ora sono amministratore generale della casa e duro molta fatica; sto quasi tutto il giorno a cavallo per andare a vedere i lavori e se tu sentisse che calore, ma questo poco m’importa.

Solo che oggi qui nel Brasile è divenuto una cosa seria perché il cambio è altissimo: figurati una sterlina costa 25.000 reis, ciò che prima costava 8.000. E tutto per causa della guerra civile che esiste da sette mesi e pare che per ora non vogliano finire, benché a Rio Janeiro si ammazino tutti giorni a centinaia.

Credi sono proprio bestie: non si contentano della febbre gialla che tutti i giorni fa una strage tremenda, si ammazano anche fra loro.

Ti havrei mandato dei giornali, ma prima di tutto non dicono la verità, perché se qualcuno dice la verità viene sospeso subito e poi so che gli trattengono forse per non divulgare le notizie; ma pure te ne spedirò qualcuno per vedere se ti viene.

L’Albina sta bene e ti saluta Tanto Ella havrà piacere se tu scrivi qualche volta direttamente a lei pure.

Ricevi  tanti  tanti  baci  e saluti. Saluta tanto tuo nonno e tua zia, rispondimi  subito e raccontami qualcosa di quello che stai facendo. Ricevi la mia benedizione e credimi tuo aff.

Babbo Diletto