Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1911Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
partenzaTemi
partenzaLe circostanze della vita portano Salvatore Coco prima a ipotizzare e poi a programmare la migrazione verso il Sud America. La “spartenza”, come la definisce Salvatore utilizzando un vocabolo tipico del lessico autobiografico popolare siciliano, avviene nel 1911 e nel racconto traspare tutto il dolore e la malinconia di lasciare Mascali, il paesino siciliano posto alle pendici dell’Etna che ha dato i natali all’aotore.
Aveva partuto per fare due anni, ma una nuova legge redusse il tempo militare, e così primo di compire l’hanno mi concedai. Giunto al paese, incontrai all’amico Romeo, che anche lui si aveva concedato, e dopo poche giorni partì per l’America a trovare alla sua famiglia. lo avendomi già abituato alla vita della città, ho risolto di andarmene nelle Guardie di Publica Sicurezza, ma mi fu respinta la domanda […].
Mentretanto il mio amico Romeo mi consigliava di andarmine in’America; mentre che io mai aveva pensato nell’America, per non allontanarme definetivamente del mio paese; Ma infini mi decisi a partire per Buenos Aires. La partenza fu impressionante; Comprendeva esattamente che mi esponeva a una nuova vita, e chi sà per quante anni doveva abbandonare la mia famiglia, e il mio amato paesello ?… Il giorno 17 di Marzo dell’hanno 1911- di buon mattino ho abbandonata la mia casa paterna, forse per non rivederla mai più. Tutti della mia famiglia piangevano, specialmente quella poveretta di mia zia Luicia, che tanto mi amava, e forse il suo presentimento gli annunziava, che sarebbe l’ultima spartenza. Di lontano gli infici l’ultimo Addio, e mi diressi verso la Stazione accompagnato dei miei parenti, e di varie amici. Insieme a me, venivano pure a Buenos Aires il seg. Carmelo Marano, e sua sposa, la segnora Concetta Arena, con i loro figli, che andava a incontrare a suo sposo Santo Cari, e gli amici Andrea Livieri, e Leonardo Golisano. Giunti a Catania, ci siamo imbarcati sul vapore postale «Città di Palermo». Abbiamo abbandonato il porto di Catania, ammirandi il bel panorama della città, e della nostra montagna seminata di paese, e città. Di nuovo apparve alla mia vista il panorama del mio paese di Mascali, che visto del mare mi sembrò una grande città. Il vapore fermò circa due hore a Riposto, e dopo riprese la marcia allontanandome definetivamente del mio suolo nativo. Ancora in lontananza si osservava la superba cubola della madre chiesa con la bella facciata di pietra bianca, e l’antica Torre. Ma passato il capo di S. Alessio, sparì per completo, presendandosi alla vista nuove panorama della bella spiaggia di Messina, e delle grande montagne della catena delle Madonie. A Messina, abbiamo fatto scala, e si sono imbarcati altri emigrande per New lorchi, fra i quali l’amico mio Leonardo Macheraci. Ripreso il viaggio verso Napoli, abbiamo atraversato il stretto, tralasciando le Isole di Pantelleria l’una dopo l’altra, osservandose ancora in lontananza la Sicilia, e la cima del Vulcano Etna, che col suo enorme pennacchio di fumo bianco che si eleva al cielo sempra di dare l’ultimo addio a coloro che si allontanano della bella Sicilia.
Il viaggio
Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
ArgentinaData di partenza
1911Periodo storico
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