Lo sbarco “garibaldino”

Mentre si discorre a pranzo arriva un ufficiale della Brin. L’ammiraglio Faravelli comunica un ordine del generale Pollio a mezzo del governatore: la Regina Margherita al più presto parta per Bengasi. Il tenente Vitali spiega come la presa di Bengasi sia avvenuta con molta difficoltà. Un telegramma di stamattina diceva che furono respinti i marinai e che lo sbarco delle truppe di terra fu assai difficile. Vi sono perdite; si parla di venti morti e almeno due doppi di feriti. Il comandante militare e quello della nave concludono che si partirà domattina all’alba per essere a Bengasi alle 7 del mattino. Purtroppo dunque si fa sul serio e quello che pensavo si avvera . La resistenza sarà più forte di quanto si pensava. Quando si pensa che si ebbe il coraggio di sbarcare a Tripoli 1500 marinai c’è da rabbrividire considerando il pericolo corso per quell’atto di bella audacia che poteva costare tante vittime, se appena i turchi tenevano duro. Mi dicono che fu Cagni che s’impose con tutta la sua volontà in questa occupazione garibaldina. Ora Tripoli è diventata italiana in tutto compreso il caro viveri. Un chilo di triglie costò quattro lire e cinquanta centesimi.