Paesi di emigrazione
LibiaPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il mare che divide la Libia dall’Italia è disseminato di mine, nel 1940, anno di ingresso del nostro Paese nella Seconda guerra mondiale. Il futuro della piccola Giuliana Polvani, 11 anni, costretta a lasciare l’Africa dove è nata a causa della minaccia bellica e per volere del regime, è invece disseminato di incognite e paure. Sulla nave che la porta in Italia, le scene di disperazione dei piccolissimi separati dai genitori.
Scesi dalla carrozza ci uniamo alla cognata, zia Bettina, anche lei residente a Tripoli con la famiglia, che lascia in Libia il marito Beppino fratello della mia mamma. Anche lei parte per non farsi portare via il figlio Mario Leonardi, nostro cugino. Per loro la destinazione è Torino, dove le figlie Wilma e Wanda studiano pianoforte e violino al conservatorio da alcuni anni. Mentre camminiamo sulla banchina udiamo una voce alzarsi da uno stuolo di militari appena sbarcati e diretti verso la città: ” Maria!…” (è un paesano della mamma che le si fa incontro) — “Otello, tu qui!” – “Sono stato richiamato quaggiù, di’ alla mia moglie Opimia e ai miei figlioli che sto bene… Saluta il Monte (così è appellato Monte San Savino dai sui abitanti). Un forte commosso e frettoloso abbraccio, poiché la truppa non aspettava, e via ciascuno verso il proprio destino. Ora la lunga fila di profughi scorre lentamente verso il transatlantico “Duilio”; il babbo rimane con noi, fino a quando glielo permettono, dopo averci accompagnato nella cabina da sei cuccette a noi destinata. Il mare è calmo.
La mattina dopo, 7 Giugno 1940, metto la testa fuori dall’oblò ed esclamo: – Che mare agitato!…- Non mi rendevo conto di essere in mare aperto. La mia Tripoli è scomparsa, per sempre!!! Allo sgomento del distacco dalla tanto amata Terra subentra la paura del naufragio: il mare è seminato di mine! Due sono gli avvenimenti di rilievo durante la navigazione, escluso quanto avverrà a noi in particolare. Fin dal mattino notiamo, nel ristorante, i “Figli della Lupa, le Piccole Italiane ed i Balilla” (con le vigilatrici), tutti in divisa. Sono i bambini separati dai loro genitori, (in particolare sono i figli dei famosi “ventimila coloni” fatti giungere in Libia nel 1938 ed ora obbligati a non abbandonare i villaggi costruiti per loro) sono destinati alle “colonie del Duce”: un gruppo è proprio accanto al nostro tavolo. Un “figlio della Lupa”, di soli quattro anni, piange, piange, piange. sconsolatamente perché vuole la sua mamma: Invano la vigilatrice cerca di calmarlo. E’ alla disperazione. Nel nostro tavolo scoppiamo in lacrime a cominciare dalla mamma, così piccolo! Non possiamo altro che guardare, non possiamo fare altro di più… LA GUERRA! Ecco invece la nota lieta del secondo accadimento. Al secondo giorno di navigazione nasce un bimbo a cui è posto il nome di “Duilio”. Chissà dove sarà adesso!
Il viaggio
Paesi di emigrazione
LibiaPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Giuliana Polvani
Via i bambini
Tripoli, 6 Giugno 1940 Una carrozza (il taxi di allora) con Alì in cassetta, ci attende alla...
Ladri senza dignità
Si giunge al porto di Napoli dopo tre giorni di navigazione. Qui comincia, anzi prosegue per...
Fermenti lattici
Siamo nel 1941. Anna ha iniziato, nell'Ottobre del 1940, la 5° elementare a Monte San Savino,...
Di colonia in colonia
In colonia abbiamo solo le scuole elementari interne, e, per ovviare allo scomodo della pendolarietà, veniamo...
Bombe su Ferrara
Un giorno di febbraio bombardano Ferrara: sembra di avere le bombe in casa... trema tutto; muri,...
L’ultima notte di guerra
La mattina di S. Pietro e Paolo ( 29 Giugno) del 1944, la mamma vede un...