Italiani all’estero

S’è conclusa quella miriade incredibile di ore di viaggio ed eccomi qui ad un tavolo stranamente comodo sul quale scorrono e scappano i ricordi di questi giorni. Che noia il viaggio rotto solo da un inseguimento che alternativamente facevamo con la più simpatica coppia mai conosciuta, di Milano, erano la fine del mondo. Che dire di Paris che, ancora una volta ci abbracciava lanciandoci, proiettandoci verso casa. Che dire della Torre Eiffel che ci osservava ed era lì a portata di mano… o di sogno. Oppure che dire del suo traffico caotico nel quale io sfrecciavo a 120 Km/h. Non c’era nulla da dire… in quel momento il nostro sguardo era proteso verso quel caldo abbraccio che da lì, a troppe ore, ci attendeva. C’è stato l’abbraccio, ed ora, dopo tutti i racconti, tutto è tornato silenzio e ombra. E’ ora che nasce e cresce la malinconia. Ripenso a quel depliantes. Ora so’ qual è il ricordo che nel tempo mi rimarrà della mia Irlanda. Quella stupenda cortesia della sua gente dura ed arcigna come la propria amata terra. Ricorderò anche, e scusate se nulla ha a che fare con l’Irlanda, quell’indissolubile filo che ha unito noi italiani in questo mese, filo grazie al quale ognuno è tornato a casa con amici nuovi pronti ad aiutarti ed a starti vicino, conoscerti proprio perché anche tu targato come loro. Abbiamo stupito tutti, bastava uno sguardo perché’ si fosse già amici, si bevesse insieme, ci si aiutasse in caso di difficoltà. Li abbiamo sputtanati sti’ crucchi e sti’ francesi che non sanno cosa vuol dire ciò. Essi non conoscono la gioia d’essere svegliati nel cuore della notte da un caffè fumante offerto da qualcuno che solo sapeva di te che lo desideravi tanto. Questa Irlanda mi ha fatto passare delle ferie stupende ma il merito e’ anche di tutti coloro, Franco in primo luogo, che, con la loro simpatia ed affabilità mi hanno fatto passare interminabili istanti di felicità.

OK  penso che basti.

FABIO