Gli italiani come “zingheri”

Ensenada di Santiago 1° marzo 1890

Carissima madre

Si lamenta di me che non scrivo mai, ma cosa dovrei dire di lei? Da po che sono qui che fra poco è un mese ò ricevuto solo una sua del 11 gennaio. Se le mie si sono smarrite non è certo per causa mia perché se ella mi avesse avvisato prima di scegliere una nuova dimora io avrei scritto al nuovo indirizzo.

Intanto qui comincia l’inverno con tutti i suoi rigori, e l’influenza colpisce molti, ma però io ancora non l’ò avuta. L’altro giorno sono andato in tramw fino alla Plata dove ero stato invitato da un pisano e si stette a far baldoria fino a mezzanotte. Passando per quelle pianure dove pascolano infinità di cavalli vidi tante capanne e mi dissero che quelle erano dei contadini italiani che qui emigrano… come da noi gli zingheri!

Libertà qui non esiste. Per esempio è proibito di ballare, e vi sono 50 nazionali di multa. Anche se una famiglia vuol fare una festa deve chiedere il permesso del commissario. Ad ogni cantonata ci è un questurino a cavallo collo scudiscio in mano ed alla prima rissa o al primo disordine fanno un fischio ed a questo ne risponde un altro e ben presto tutti i questurini delle vicine cantonate corrono sul luogo. Questa gente che sono per lo più argentini quando possono prendere un italiano e la loro contentezza, e se è anche innocente bisogna che paghi una forte multa per uscir di prigione. Chi al contrario cominci a parteggiare per gli argentini e s’intrometta nelle cose politiche del paese a favore degli americani è certo di far fortuna in poco tempo, in caso diverso son dolori.

Da C. Verde scrissi ad Arturo ed ora ne ò avuta la risposta. Cosa si fa dunque noi? Chi dice che per maggio dovremo essere a Spezia (il che è facile) chi dice dovremo stare qui ancora molto tempo.

Creda che con questo tempaccio che fanno ora qui mi è venuto a noia. Oh! Come sarebbe bello starsene chiusi in casa, ed invece alle 9 anderò a dormire fino a… mezzanotte per alzarmi a far la guardia fino alle 4 e per sentire la sveglia alle 4 ½… Son senza scarpe da tanto tempo, e se potesse mandarmi qualche cosa… anche poco poco al mio indirizzo qui direttamente.

Ugo Sernini timoniere

R. Incrociatore A. Vespucci

Pio Santiago per La Plata

Provincia di Buenos Ayres

Repubblica Argentina.

Non dubiti che in ogni caso me li rimanderebbero in dietro dove mi trovo, se per caso fossi partito.

Tanti saluti a Pio e Malvina e sono sempre suo

Aff.mo figlio Ugo

P.S. Questa lettera poi la ò trattenuta in attesa di sue. Ma invano. Oggi 5 marzo la imposto. Forse di qui torneremo a Montevideo, per recarci al Cile. (Valparaiso Repubblica Cilena) dove una lettera impiega 70 giorni per Genova.

Perciò si regoli e non si disperi inutilmente che se non sono crepato fino a qui non crepo più. Solo mi impensierisce il freddo dello stretto di Magellano da dove forse avrà mie nuove.

Le lettere se vuole le spedisca qui direttamente che in ogni caso le respingeranno. Gradirei che non dicesse a nessuno né dove vado né quando torno, perché se voglio questi annunzi li do da me. Tempo migliore è finito il carnevale. Tanti saluti a Pio e Malvina e sono sempre

Suo aff.mo figlio

Ugo