Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1954Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Altro gradino salito da Giovanni Di Staola nella scala della vita: nel 1960 frequenta un corso di formazione come operaio specializzato e ottiene promozioni sul lavoro.
Nel reparto presse facevo un po’ di tutto, ma niente di concreto. Per puro caso capitai a lavorare sotto il padrone di casa, così ebbe modo di conoscermi meglio, si fidò e mi dette fiducia. Da qui cominciai a costruire la mia vita, almeno in parte, come volevo. Comperò la prima pressa, mezza automatica, e mi ci mise come macchinista. C’era l’operatore che la metteva a posto e io producevo; mi ci appassionai al punto che, quando non c’era l’operatore, mi preparavo tutto da solo, ma secondo il superiore questo non era ammesso. Fui chiamato dal capofficina, che mi fece firmare un documento per darmi via libera, e cosi continuai. Questa autonomia mi dava fiducia, mi stimolava giorno dopo giorno. Gli stampi erano costruiti per le presse normali, per la pressa automatica non andavano bene; dovetti apportare delle modifiche, per me era un piacere. Facevo i tempi nuovi, il lavoro a cottimo, ma tra parentesi, tanto i tempi li facevo io. Non puntai mai sui profitti, ma sulla responsabilità del lavoro; il profitto veniva automaticamente. Torno su ciò che ho già detto: cercare di farsi valere, perché i superiori, se non é oggi sarà domani, lo vedono. Per me cominciò una vita accettabile, come un attore che si trova a fare o a interpretare una parte nel film. Il caporeparto mi lodò: mi aumentò la paga e mi disse che era un peccato che uno come me non possedesse le basi meccaniche, che erano indispensabili. Mi consigliò di andare a scuola, ma non c’era nulla in vista; senza scuola trovi sempre le porte chiuse. Quel consiglio lo memorizzai e finii per realizzarlo. Andai dal Consolato di Zurigo e spiegai ogni cosa. La risposta che mi fu data fu che non c’erano scuole meccaniche o corsi. Mi dissero che se c’erano sufficienti alunni, ai quali interessava la scuola di formazione meccanica, essi erano disposti a cercare un insegnante. Io cercai di passare parola fra i conoscenti di Uster e dintorni fino a raggiungere il numero minimo di 15-20 alunni. Quando numero fu raggiunto e il corso iniziò nel 1960. Nel periodo invernale fu fatto un corso semestrale, dal 10 ottobre 1960 al 30 marzo 1961. Il programma completo era di tre semestri per tre anni. Questo era per me un punto d’appoggio. Senza base la casa non si può costruire, e più forte è la base e più peso ci puoi mettere sopra. Nel 1961, già dopo il primo semestre, chiesi di essere assunto come operatore, ma non mi fu concesso. Cercai subito in un’altra ditta e trovai a Zurigo. Ritornai dal mio superiore, gli raccontai che avevo trovato un altro posto e mi bloccarono per accontentarmi. Il capo mi dette carta bianca.
Il viaggio
Mestieri
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