Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
frequenza scuola media superiorePaesi di emigrazione
FranciaData di ritorno
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Dopo la firma dell’armistizio da parte del maresciallo Pétain, il padre di Lilì Chessa, preso prigioniero subito dopo la dichiarazione di guerra, è rilasciato e fa ritorno a casa.
Babbo, dopo la resa della Francia, tornò a casa praticamente irriconoscibile. Era sporco e a brandelli, con capelli e barba incolti, ridotto pelle e ossa, tanto che mia sorella più piccola non lo salutò neppure dicendo che quello non era il suo “papà”.
Per tanto tempo babbo raccontò, col nodo alla gola, quella sua orrenda prigionia. Diceva che dopo i primi giorni trascorsi nelle carceri di Tolone, lui, assieme a tanti altri di varie nazionalità, ebrei compresi, furono condotti in un luogo desolato e paludoso verso il sud-ovest della Francia, non lontano dal mare e vicino al confine con la Spagna; lì furono rinchiusi in un grande capannone, senza possibilità di uscire, e lasciati marcire lì dentro per tutto il periodo, fino all’armistizio. Quel posto diventò ben presto un vero immondezzaio e una vera fogna, dove i prigionieri giacevano e dove erano costretti a svolgere i loro bisogni fisiologici e corporali. Per quelle disumane e incredibili condizioni di vita, molti di loro si ammalarono ed altri morirono, vittime innocenti di quella orribile guerra. Diceva anche che se la guerra non fosse finita sarebbero stati tutti caricati su dei barconi e lasciati alla deriva, in alto mare, a morire. Dato che babbo non si occupò mai di politica, i miei genitori non capirono mai perché, fra tanti italiani residenti nel paese, solo lui e altri due connazionali subirono quell’infame ingiustizia. Pensarono poi che il suo arresto fosse dovuto al fatto che lui non volle mai acquisire la cittadinanza francese, dicendo in giro che era nato italiano e voleva morire italiano. Povero babbo, quanti guai gli procurò quella frase patriottica; e il fatto che lui fosse uscito vivo e sano da quella prigionia, per me è sempre stato un mistero!
Per babbo, la resa della Francia fu la sua salvezza.
Subito dopo il suo rilascio, i miei genitori pensarono di rientrare in Italia, ma tale idea fu poi abbandonata nella convinzione che la guerra sarebbe finita presto, e che la situazione sarebbe tornata alla normalità. Ma purtroppo così non fu.
Il viaggio
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