Francesco Leo

Una storia d’amore, che ha inizio quando l’Italia è da poco entrata nella Seconda guerra mondiale, che attraversa tutte le tappe del conflitto, vede l’alba della Repubblica e prosegue per tutta la vita. Quando nel luglio del 1940 la madrina di guerra Anna Marucelli invia la sua prima lettera al tenente Francesco Leo, non immagina certo che si sta rivolgendo al futuro marito e padre dei suoi figli. Lei è una giovane fiorentina che vive a Roma e lavora come insegnante. Lui, milanese, dopo aver combattuto come volontario in Africa orientale ed essere stato congedato, insofferente della vita civile, rientra nell’esercito e finisce in Libia dove lo coglie lo scoppio della guerra. Pochi mesi dopo sarà fatto prigioniero dagli inglesi e inviato in un campo di detenzione a Yol, in India. La corrispondenza però, a parte le interruzioni dovute alle più ovvie difficoltà, si infittisce: Anna descrive la sua vita a Roma, Francesco le parla della monotonia della detenzione e, tra le righe, dei suoi due tentativi di fuga falliti.Intanto passano gli anni, la guerra finisce con i suoi strascichi di dolore e di odio. Le lettere si fanno più intime e più esplicite ma rimarcano punti di vista diversi. Anna, che è in Italia, vive la spinta al rinnovamento di chi non vede l’ora di voltare pagina. Franco che è ancora lontano resta attaccato a un mondo che non c’è più, percepisce con riluttanza avvenimenti come il referendum, le elezioni, la nuova vita democratica. Sono l’emblema di un’Italia ancora lacerata, che cercherà una sintesi nella scelta della Costituzione e della Repubblica.

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