Antonio Gramatica

Un viaggio solitario compiuto all’inizio degli anni Ottanta, e alle soglie dei trent’anni, per esplorare l’Andalusia, la terra che ha dato i natali al poeta che Antonio Gramatica apprezza maggiormente, García Lorca. Ma ancor di più, un viaggio per esplorare dentro di sé: Antonio sceglie la strada, sceglie di procedere a piedi, lentamente, per osservare da vicino il paesaggio e la cultura che lo circondano. Dipinge acquerelli, appunta mentalmente parole che al ritorno riversa in un libretto. “L’Andalusia era per me la terra dei poeti, e tra questi uno in particolare, Federico García Lorca, diede un senso a questo mio cammino. Un cammino solitario (ispirato da una visione) che iniziai lì, in quella terra, portando con me uno zaino con poche cose e una minuscola tenda. In quale direzione andare non lo sapevo ancora. Avrei voluto iniziare proprio dal paese nativo di questo poeta, ma la cartina che disponevo era piccola e sufficiente solo per tracciare un quadrilatero che dall’aeroporto di Granada, attraversata la piana, mi portasse al mare, per poi ripartire lungo la costa e passando a lato della Sierra Nevada ritornare in città. Un percorso di 300 km di cui quasi 200 riuscii a compierli a piedi in 6 giorni, bivaccando tra campi, boschi e scogli. Un’esperienza vissuta in silenzio, come un semplice osservatore a cui era consentito solo dipingere dei piccoli acquerelli e annotare qualche pensiero, tenendo il resto dentro di sé. Solo tornato a casa, iniziai a trascrivere con le parole l’esperienza che in quei pochi giorni ero riuscito a vivere. Momenti ricchi di sensazioni, al cui apice si appose però la risposta che un bambino, a seguito di una mia domanda, proferì in modo severo e inaspettato. Parole che inizialmente cercai di nascondere ma che in seguito riemersero continuamente in me, dando un senso ulteriore a quei ricordi”.