Sulle note di “24 mila baci”

Quando lasciai il mio paese era il 5 febbraio 1961. Passando per Giardini (Giardini Naxos, Ndr) dall’autobus vedevo il sole splendere sul mare… quel mare che l’indomani mi avrebbe separato per sempre dai miei cari, dagli amici e dal paese.

Questa separazione fu peggiore di quando un figlio si separa dalla famiglia per sposarsi, perché questi anche abitando in una casa diversa, ha i suoi cari sempre vicini. Purtroppo per me, separandomi dal paese, non sapevo che non sarei più tornato.

A quel tempo, quando emigrai, erano le navi a trasportare i passeggeri e si doveva essere al porto di Messina un giorno prima della partenza per il controllo dei documenti.

La Lloyd triestino ci compensò con 500 lire per vitto e alloggio. Quando la sera ci ritirammo per dormire, in un camerone d’albergo, – circa una diecina – essendo appena tornato dal servizio militare non fu strano per me dormire lontano da casa come per certuni.

Quel 5 febbraio era una delle sere del festival di S. Remo e al pianterreno dell’albergo la radio era sintonizzata su quel programma. La musica rock cominciava timidamente a invadere la musica melodica. Ecco che due cantanti di stile diverso sono sul piano di guerra:  Adriano Celentano con “24 mila baci” attacca Luciano Tajoli con “Al di là”. Chi delle due canzoni ha vinto non l’ho saputo, ma per me sono state tutte e due vincitrici che ogni volta che le sento mi riportano in quell’albergo dove abbiamo dormito i meno fortunati.

Il signor Gianbattista Purello dell’agenzia viaggi ci accompagnava per gli uffici e una volta a bordo lui faceva ritorno al paese a preparare altre partenze.