Le creature del Gange

Aereoporto di DELHI; ore sei, decollo per VARANASI o BENARES il cui nome significa (risplendente di luce divina) da sempre è la città sacra INDU. Arriviamo dopo circa 45 minuti di volo. La città è un intrico di vicoli e viuzze che racchiudono duemila templi. Nel pomeriggio il pulmann ci porta sino alle porte di questa città. Dobbiamo proseguire a piedi un tratto di strada in quanto la moltitudine di gente che percorre queste strade impedisce a qualsiasi automezzo di circolare. Anche a piedi dobbiamo districarci alla meglio in mezzo a questo via vai di “riscio” e mototaxi. Dopo aver visitato il tempio fatto erigere dall’imperatore Ashoka, ci dirigiamo verso il fiume GANGE; il fiume sacro dell’India. Ogni mattina allo spuntar del sole una moltitudine va a immergersi nelle sue acque in segno di purificazione. Giungiamo in prossimità delle gradinate che degradano sul fiume. Numerosi palazzi si specchiano nelle acque sottostanti. Sono le residenze dei ricchi e dei maragià che hanno preferito questo luogo per essere vicini nel momento della morte. Scendiamo le gradinate per imbarcarci su di un battello per percorrere un tratto del fiume. Sulla riva ardono enormi braceri. Sono le pire dove si stanno consumando le salme. Il fiume non simboleggia soltanto la fine dell’uomo in quanto ne racchiudono le ceneri, ma è anche il luogo propiziatorio per una nuova vita. La donna incinta infatti quando sente il primo segno di vita del bambino e cioè dopo 131 giorni, 21 ore, 11 minuti e 31 secondi (secondo la religione indu) dovrà recarsi il giorno successivo presso il Gange e immergersi nelle acque. Offrirà quindi frutta, frumento, riso e latte. Simbolismo di questo gesto è  ” Madre Gange, tra poco arriva un’altra creatura nella nostra famiglia, provvedi Per lei “- Quando poi nascerà il bambino dovrà essere portato dopo 7 giorni per fare il primo bagno.