L’arrivo a Sachsenhausen

Al settimo giorno il treno entra direttamente dentro il campo di concentramento di SACHSENHAUSEN, lager posto a 30 chilometri a nord di Berlino. Ci fanno scendere in piazzale e qui viene fatta la prima selezione, il lungo viaggio in quelle condizioni ha lasciato il segno a tutti, e la selezione è più sbrigativa, chi non si regge in piedi o accusa malanni viene messo da una parte, chi ha resistito discretamente da un’altra parte del piazzale. Un medico, un ufficiale o un semplice SS, giudicando dall’aspetto decide il destino di una persona, gli inabili vengono portati via subito, tra questi il mio amico Alfonso di Limidi, di questi nessuno è tornato.

SACHSENHAUSEN era una vera fabbrica della morte, qui c’erano camere a gas, forni crematori, forche per l’impiccagione, fosse per l’esecuzione in massa, in questo lager uno dei più grandi di tutto la Germania c’era la scuola degli aguzzini, si insegnava come si doveva punire un internato, come si doveva uccidere, come si doveva torturare. Poi c’era l’infermeria che non era altro che una camera della tortura dove si sperimentavano i gas e i veleni e dove si sperimentavano farmaci contro varie malattie.

Accanto al piazzale dove eravamo parcheggiati noi transitavano lentamente, ma continuamente, lunghe file di “musulmani”, così erano chiamati coloro che erano destinati alle camere a gas e successivamente ai forni crematori.

Al terzo giorno siamo ancora parcheggiati nel piazzale giorno e notte all’aperto; per fortuna che siamo in agosto perché così si procedeva anche l’inverno, tutti gli arrivati dovevano sostare nel piazzale finché non erano scelti per un campo di lavoro oppure per la camera a gas o per il camino, come si diceva dentro al lager, perché quando il piazzale è stracolmo di internati si procedeva ad ulteriori eliminazioni.

Questo piazzale è il mercato degli schiavi: la mattina del quarto giorno viene fatta l’adunata ci sono tedeschi che cercano operai, si apre il mercato come al mercato bestiame, a vista ci guardano uno alla volta, cercano quelli che secondo loro sono in grado di lavorare, vengo scelto anch’io assieme ad altri 17.