Sul “Liguria” verso la Libia

La nostra nave si chiamava Liguria, non era una nave molto ospitale, aveva molti anni sulle spalle ed era molto lenta, a presupporre dal tempo che avviamo impiegato: dieci giorni per arrivare a Tripoli, è un record abbastanza basso. Tutto sommato, ci siamo trovati abbastanza bene, a parte la mamma e Ivo che soffrivano il mal di mare e molto spesso erano costretti rimanere in coperta per non stare male. La cosa molto bella era il vitto assicurato senza dover fare debiti. Ci siamo divertiti, specialmente noi più giovani.

È stata un’avventura che, se non era per questo scopo, non avremmo mai vissuta, specialmente a quei tempi e tutti assieme. Il ritorno invece è stato più triste perché c’era la guerra che ci aveva divisi.

Durante questo interminabile viaggio avevamo fatto tante nuove amicizie, sembravamo un’unica famiglia. Fra queste nuove conoscenze, vi era la famiglia Forghieri composta dai genitori e quattro figli, uno di questi, Arturo, aveva con sé la fisarmonica, quando la suonava, si trovava attorno tanti ballerini, fra i quali anche i miei fratelli e sorelle che sapevano ballare il liscio, era sempre un divertimento, durò tutto il viaggio. Chi avrebbe detto che dopo neanche due anni sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale e avrebbe fatto tornare indietro tutti?