Un padre e due figli

Tre ore di volo sul Pacifico ed ecco Honiara. Una pista ed una baracchetta sulla quale e’ scritto “Aereoporto Internazionale”. Doganieri neri in shorts azzurri, pignolissimi. Marco e Roberto sono li: urla di gioia e abbracci. Roby ha un piede fasciato e non puo’ camminare: per il morso di un pesce velenoso ha fatto sei giorni di ospedale a Port Moresby ed ora deve finire di cu-rarsi qui. Andiamo a casa di David Roe, un giovane archeologo inglese che lavora per il museo di Honiara e da cui i due compari, arrivati l’altro ieri, hanno gia’ trovato il modo di farsi ospitare. Come fanno Dio solo lo sa. E nel salottino della piccola casa di legno di David passiamo tutta la giornata a parlare fitto fitto, mangiando papaia e banane e accavallando alla rinfusa gli argomenti delle mille cose che abbiamo da raccontarci. Cosi’ ci trova il padrone di casa tornando dal lavoro. Ceniamo tutti insieme a lume di candela; al di la’ delle finestre, oltre la rete per le zanzare, si vede l’oceano. Ci sono anche Bassie, la moglie di David micronesiana delle Isole Gilbeit e la piccola Merere, una negretta con due occhi enormi che gia’ gioca con me a trucci trucci cavallucci. Dopo mangiato, i racconti di David sui suoi tre anni di vita qui; le diapositive dei suoi giri per l’arcipelago aprono i primi spiragli su un mondo incredibile, e gia’ sono mille fantasie mille progetti, da tenere a bada per ora se non vuoi farti venire il capogiro. Si va a letto tardi, ma e’ difficile addormentarsi.

25 luglio, sabato

Lo stato delle Isole Salomone conta complessivamente circa 240.000 abitanti, sparsi nelle isole grandi e piccole dell’arcipelago. Honiara, la capitale, e’ praticamente una lunga strada asfaltata: di qua e di la’, sparpagliate sotto le palme sul prato, le case di legno prefabbricate, con piccole palafitte di cemento e il tetto di lamiera. Ogni tanto qualche palazzetto, qui gli uffici del governo, lì il museo, poi il Parlamento che e’ anche il tribunale. Un albergo modernissimo, una fila di fabbricati bassi per i negozi, un cinema, la scuola. L’attraversiamo tutta stamattina, io e Marco, per andare al mercato, che sta all’altro capo della lunga strada. Dal pomeriggio in poi e’ tutto un parlare: prima con Marco e Roberto una seconda lunghissima e minuziosa puntata di “racconti romani”, poi insieme ai nostri ospiti a un breve party nella casa di fronte (portiamo una cassetta di birra. Ci sono, australiani, americani, locali, una filippina, uno di Ceylon piu’ noi tre italiani, e tutti hanno lasciato le scarpe fuori la porta), poi ancora, fino alle ore piccole, con David sulle cento e mille cose intressanti di questi posti.