Un nuovo umanesimo

Ancora io, nel 2016, seduta sotto il portico centrale del cortile del complesso funebre di Hosh el Basha, il cimitero privato della famiglia reale ottomana d’Egitto. Un sito archeologico poco visitato, meravigliosamente bello, che racconta di una monarchia finora tanto cara agli Inglesi e di un’epoca in cui la lira egiziana valeva svariate sterline; cosa che, tra l’altro, si è protratta per gran parte degli anni ’70, ben dopo la rivoluzione nasseriana.

Papa Francesco, ben sapendo le cose del mondo e con l’intento di pacificare, getta ponti spirituali: ascoltiamolo!!!! Qui in Egitto, fanno la stessa esortazione sia Sheik El Azar che il Papa Copto, così per tutti gli altri capi spirituali; buttando a mare le divergenze e considerando che è imprescindibile remare insieme per il futuro vivibile: si opera in nome di Dio, della Luce, della Vita. Non il prevalere di una religione ma la religiosità, la sacralità della vita che si mostra nelle sue infinite, fantastiche forme in questo nostro pianeta senza uguali: una piccola zattera in un oceano di galassie: non facciamola affondare!!! Questo è il grido di allarme che la piccola Greta ha lanciato a cui hanno fatto eco i puri giovani di tutto il villaggio globale. Agli scienziati e ai politici savi ottemperare a questo imperativo categorico di questi nostri fiori che reclamano di sbocciare in un giardino senza inquinamenti fisici e spirituali. Un nuovo umanesimo, a Dio piacendo.