Sull’educazione dei figli

Leon di Spagna 10 Luglio 1863

Carissimo Fratello

Sendo stato occupatissimo ne’ giorni passati non ho potuto dar riscontro all’ultima vostra, che mi causò non lieve dispiacere sì per la caduta di vostro figlio, come per la infermità di vostra moglie D. Lauretta di che voi vi mostravate giustamente dolentissimo per le tristi conseguenze, che deducevate, qualora il male fosse progredito. Voglio sperare che ora ella stia del tutto sana, e che divida con voi, come per l’innanzi, le gioie e le pene del matrimoniale consorzio. Che se poi il Signore per giusti suoi fini, non esaudendo le vostre e le mie preghiere, ha permesso una tale disgrazia, io non posso far altro che esortarvi alla pazienza ed alla uniformità ai suoi santi voleri ricordandovi che Iddio è padre anche quando punisce. […]

Nella vostra lettera in risposta alla mia dicevate: avete detto molte cose sante e giuste, però in molte di esse vi siete equivocato, come v.g. (verbi gratia, Ndr) nel consiglio che mi date di ammettere un sacerdote a maestro de’ miei figli: Caro Fratello voi siete melfitano ed avete dimenticato che coi Preti, Monaci e cani conviene stare sempre con una verga fra le mani. Vi rispondo dicendovi che queste vostre parole sanno un poco di… Povera umanità se tutti i proverbi volgari fossero veri! Non nego che in ogni ceto vi sono i buoni ed i mali, non nego che bisogna esser cauto nella scelta delle persone, nego però che tutti e buoni e mali debbono essere trattati egualmente; giusta la vostra dottrina universale se io venissi in casa anche contro di me dovreste alzare il bastone non è vero? Ma voi non siete Frate? Sono almeno prete regolare. Temete, e vi mostrate geloso di ammettere in casa un sacerdote di morigerati costumi, e poi non avete nessun ritegno di fare stare la sorella Agnesina in età di 14 o 15 anni quasi l’intiero giorno fuori di casa in una casa dove vi sono e sacerdoti e secolari. Ma là non ci è nessun pericolo… ma la persona di servizio che l’accompagna è fedele e di buoni costumi… Sia pur così, come voi dite. Io per me non mi fiderei; e se la sorella stesse sotto la mia giurisdizione mi regolerei diversamente, e giammai permetterei che uscisse di casa se non accompagnata o colla madre, o colla cognata; e poiché voi per ribattere le mie ragioni adduceste un proverbio volgare, io addurrovvi quello che voi spesso negli anni giovanili solevate ripetere: “i servi e le serve furono maledetti da S. Pietro”. Dunque; tiratene voi la conseguenza. […]

Tempo fà vi dissi che vi foste astenuto di scrivermi notizie politiche, sendo che queste poteva leggerle su i giornali, però con ciò non intendeva proibirvi che vi asteneste pure dal darmi nuove delle cose domestiche e patrie, quindi se vi si porge il destro partecipatemele; e qui pregandovi restituire a nome mio centuplicatamente i miei saluti a tutti quelli, che tuttora di me serbono memoria, farò fine.

P.S. Carissima Madrigna e cognata. In ogni mia lettera ho sempre fatto speciale menzione di voi, né anche in questa vi dimentico: Abbiatevi dunque i miei più cordiali saluti. Pregate per me, io prego per voi. Addio. Scrivendomi non mancate di apporre la consueta soprascritta

cioè:

Spagna – Castilla

Segnor D.N…

1. Marcos – Leon

Vostro Fratello

Gaetano M.a Carlucci