La ridente Tobruk

Nel pomeriggio del 20 Febbraio, imbarcai col quindicinale da Napoli e la sera successiva sbarcai a Tobruk. Confesso che per le traversie passate e per essere stato costretto a lasciare la famiglia a Bengasi, sentivo avversione per questa Cirenaica e in modo particolare per Tobruk. Ma, col passare dei giorni, la riflessione e le confortanti notizie cli M., ripresi il mio normale stato d’animo e con rassegnazione incominciai ad avere una certa simpatia per la ridente cittadina, piccola ma ben tenuta e curata: con la meravigliosa e incantevole baia, sicuro rifugio, allora, per qualsiasi tipo di nave. Notai con molto piacere che vi erano famiglie di civili ed anche di militari, il che mi aprì subito il cuore alla speranza; vi erano pochi negozi, ma ben forniti. Unico fattore negativo era la mancanza di acqua potabile, ma un organizzatissimo servizio di navi cisterne ne consentiva il continuo afflusso dalla Sicilia per la distribuzione, oltre ad una congrua riserva.