La pietà del console

1943. Il Console Italiano in Mza, (Che ressideva fisso nell’Arbergo) un giorno mi chiama e mi dice, vieni al consolato che desidero parlare, pensai che vorra??? Andai, dove ero molto abítué nel consolato, però gl’impiegati non sappevano nulla referente alla mia situazione in Argentina, mi attende il console chiede all’impiegato di portare il faseicolo me lo mette davanti e dentro cera un telegramma cosa diceva????.
Il DISERTORE COZZANI SEVERO GIUSEPPE RICCHIESTO DALLA POLIZIA ITALIANA SI TROVA IN MENDOZA INFO MARE ALLA POLIZIA LOCALE. (Cons. Gen. di Bs. As.)
Il console con un sorrizo mi dice che facciamo?? La mia risposta, Console è lei che deve decidere, la sua risposta fa, VAI A LAVORARE. Anche qui il destino fù favorevole. Nel 1943 mi sono fidanzato, figlia di questo mio cugino que mi appoggiò nei primi giorni della diserzione. Nel 44 avevo idea di spozarmi il mio futuro suocero fu che incominciò a mettere difficoltà, non avendo ancora normalizato la mia situazione qualsiasi momento pottevo essere rimpatriato certamente aveva una ragione.